C'era anche una rappresentanza della Cgil di Savona quest'oggi a Roma in piazza alla manifestazione promossa dalla piattaforma comprendente un vasto mondo di associazioni e realtà della società civile e non solo italiana per chiedere a gran voce la pace.
"Alzare la voce contro la sordità della guerra" è infatti il messaggio che vogliono mandare i savonesi, tra cui il segretario generale provinciale Andrea Pasa: "Divisivo è il conflitto, divisiva è la guerra, divisiva è l'ostilità - scrive nella sua la segreteria - La piazza di oggi ha l'intento di unire, pacificare, far dialogare anche chi ha posizioni distanti".
"È il momento di essere uniti per chiedere con fermezza la messa al bando per sempre delle armi nucleari, per chiedere negoziati di pace ovunque vi siano conflitti in corso (a partire dall'Ucraina), per chiedere una conferenza di pace convocata dalle Nazioni unite che sancisca unanimemente che la guerra non sono è più un’opzione per l’umanità e per il pianeta - affermano dal sindacato - Davanti anche alla sola minaccia di ricorso alle armi nucleari non ci può essere tentennamento alcuno: opposizione civile alla guerra, all'uso delle armi e alla minaccia nucleare".
"Il cambiamento climatico, lo sfruttamento senza precedenti delle risorse naturali e del territorio, l'aumento della povertà e le migrazioni forzate, lo sfruttamento del lavoro e le violazioni sempre più frequenti dei diritti umani stanno già contribuendo a rendere il nostro pianeta un luogo sempre più inospitale - sottolineano dalla segreteria savonese del sindacato - Fermare la guerra significa, di riflesso, fermare anche tutto ciò. E la partecipazione al movimento per la pace è certamente un atto individuale che trova spinta e forza nelle scelte individuali responsabili, ma trova compiutezza solo nella sua dimensione collettiva, quando gli atti dei singoli diventano un appello corale alla responsabilità di chi governa".
Un pensiero non può poi che andare in particolare alla vicina Ucraina: "Non lasceremo da sola la popolazione ucraina, non lasceremo da soli i pacifisti in Russia, Bielorussia e in ogni altro luogo del mondo dove la repressione vuole mettere a tacere chi lotta e si impegna per la pace. Non lasceremo sole le donne in Afghanistan e in Iran e in tutti i luoghi dove i diritti fondamentali sono negati: è grazie al loro coraggio e alla loro lotta che il mondo diventerà un luogo più giusto in cui vivere. Non lasceremo da soli i sindacalisti che nel lottare per la democrazia nei luoghi di lavoro vengono torturati, incarcerati o ingiustamente condannati".
"Questa è la piazza del 5 novembre a cui la Cgil ha lavorato, insieme a un vasto mondo di realtà e associazioni, perché si levi dalla piazza di Roma alle istituzioni italiane, europee e internazionali un appello chiaro e unanime: cessare il fuoco, negoziare, avviare una conferenza intergovernativa per la pace" concludono dalla Cgil.