Rincari, sia per quanto riguarda le bollette che negli altri settori stanno stringendo in una morsa commercianti e imprenditori che già con sudore e spirito di sacrificio erano riusciti a tenere duro nei due anni drammatici toccati dalla pandemia. Dopo tanta fatica per restare a galla, ecco che arrivano gli effetti collaterali della guerra tra Russia e Ucraina.
I costi delle bollette sono aumentati del doppio, talvolta anche del triplo. A farne le spese le attività commerciali più energivore, come ristoranti, gelaterie, bar, ma non solo, perché gli aumenti non riguardano soltanto energia e gas, ma tutte le materie prime.
Piccoli imprenditori vessati da una crisi che li ha gettati nell’ennesimo periodo di difficoltà. Ma se la crisi picchia duro e le piccole attività sono le prime a risentirne, la scelta principe è di non girare al consumatore finale aumenti di prezzo, infatti la maggioranza dei commercianti al momento non ha applicato aumenti. Savonanews ha raccolto qualche testimonianza ad Albenga.
“Non sarebbe giusto, preferisco rimetterci un po’ io, ma continuare a vendere il prodotto allo stesso prezzo di prima e senza abbassare la qualità”, spiega Placido Zaffuto, titolare della panetteria “L’Angelo di Arianna”. Già, perché in molti casi, per ammortizzare l’impennata dei prezzi, vengono utilizzate materie prime di qualità inferiore, a scapito del prodotto finale.
“Settimana dopo settimana, anche senza motivo, i prezzi raddoppiano e diventa sempre più difficile con una marginalità che si riduce al minimo. Ma noi non vogliamo che questo vada a incidere sui nostri clienti. Continuiamo a utilizzare le materie prime di qualità senza aumentare il prezzo di vendita. Siamo convinti che questa scelta ci ripaghi sul lungo periodo”, conclude Zaffuto.
Anche Antonio, titolare della pizzeria Rica Roca ha scelto di non aumentare i prezzi delle consumazioni “sebbene il costo di quasi tutto sia anche triplicato in alcuni casi. La crisi si sente, eccome! Chi prima usciva per una pizza una volta a settimana con la famiglia – spiega -, ora ha almeno dimezzato la frequentazione dei locali. Tra rincaro delle bollette, del carburante, della spesa e di tutto in generale, persone con stipendi medi non riescono più a concedersi lo sfizio come facevano prima”.
“Si lavora solo per pagare al momento, e mi sento già fortunato – spiega Massimo Rizzo del ristorante e pizzeria Fa Fumme, nel centro storico ingauno -. Ci sono attività davvero a rischio in questo ennesimo momento difficile e spiace moltissimo”. Infatti, se alcuni imprenditori cercano di resistere, altri, che magari sono usciti con le ossa rotte dalla pandemia, non ce la faranno e sarà triste vedere le saracinesche abbassarsi per non alzarsi più. Al momento, tra i nostri intervistati, nessuno è a rischio chiusura, e questo fa ben sperare.
“Purtroppo questa ondata di rincari sta colpendo duramente il nostro settore – spiega Mirko Mastromarino, cotitolare con Laura Bonelli della gelateria Festival des Glaces -, dove abbiamo numerose apparecchiature accese tutto il giorno per la produzione. Parliamo di frigoriferi e macchinari che consumano moltissimo e abbiamo ricevuto bollette con importi triplicati. Non chiuderemo, non ridurremo, continueremo a esserci come sempre, ma i profitti si assottiglieranno ancora di più. Per noi è molto importante continuare a lavorare con passione. Non smettiamo di crederci”.