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Politica | 27 ottobre 2022, 17:44

Terzo Valico, dalle origini ai giorni nostri, storia di una delle opere più attese (e discusse) degli ultimi 50 anni

La prima volta in cui si è sentito parlare di Terzo Valico risale agli anni ’70, ma solo nel 1991 l'allora governo guidato da Giulio Andreotti lo inserì nella progettazione della cosiddetta 'Alta Velocità'

Terzo Valico, dalle origini ai giorni nostri, storia di una delle opere più attese (e discusse) degli ultimi 50 anni

Una delle più importanti opere, considerata fondamentale per i collegamenti ferroviari è il Terzo Valico, lo snodo che partendo da Genova dovrebbe ridurre notevolmente i tempi di percorrenza verso la Lombardia e le altre regioni del nord. La prima volta in cui si è sentito parlare di Terzo Valico risale agli anni ’70, ma solo nel 1991 l'allora governo guidato da Giulio Andreotti lo inserì nella progettazione della cosiddetta 'Alta Velocità' con l'obiettivo di fornire un'alternativa all'obsoleta rete ferroviaria del nord ovest e creare un moderno collegamento ferroviario tra il sistema portuale genovese e i mercati del nord Europa.

Il progetto rappresenta una vera rivoluzione per il trasporto ferroviario del nord Italia – si legge sul sito dedicato all'opera - considerando l’infrastruttura ferroviaria disponibile per la tratta Genova-Milano prima dell’avvento dell’Alta Velocità. Le alternative oggi disponibili sono: la 'linea dei Giovi', completata a metà dell’Ottocento, dedicata quasi esclusivamente al traffico locale passeggeri anche a causa delle pendenze del tracciato che renderebbero complesso il trasporto delle merci; e la linea 'Succursale dei Giovi', completata all’inizio del Novecento, ha una pendenza decisamente più lieve e viene invece utilizzata per il traffico a lunga percorrenza delle merci”. 



Il Terzo Valico si chiama così proprio perché costituirebbe la terza alternativa sul percorso Genova-Tortona.

L'opera comprende 53 chilometri di ferrovia, la maggior parte, 37, in galleria, e attraversa dodici comuni tra Genova e Alessandria. Nel dettaglio, lungo il tracciato sono previste due gallerie gemelle a singolo binario che i treni potranno percorrere alla velocità di 250 chilometri orari, collegate alle già esistenti interconnessioni di Voltri, Genova al bivio di Fegino, dove è iniziato lo scavo delle gallerie, Novi Ligure e Tortona. Una volta completato, i tempi di percorrenza da Genova a Milano non dovrebbero superare i 50 minuti.

Dopo un lungo iter, il governo Berlusconi nel 2001 inserì il progetto nel programma di infrastrutture strategiche, ma prima del 2006 non arriverà l'ok definitivo da parte del Cipe, il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, allora denominato Comitato interministeriale per la programmazione economica.

Come spesso accade in Italia, prima che l'opera prendesse forma sono passati molti anni. Nel 2017 sono stati infatti attivati i primi quattro lotti costruttivi, conseguentemente tra il 2018 e il 2019 si è arrivati al finanziamento del quinto e del sesto lotto.

Il riconoscimento del valore strategico di questa infrastruttura – si legge ancora sul sito - arriva non solo dall’Italia, ma anche dall’Unione Europea. Prima tra il 2002 e il 2004, poi tra il 2009 e il 2013, anche l’Unione europea e la Banca Europea degli Investimenti conducono istruttorie sul progetto confermando l’importanza per il continente della realizzazione della linea ferroviaria del Terzo Valico”.

Nel 2019, con il decreto legge del 18 aprile, il progetto è stato accorpato a quelli sul potenziamento infrastrutturale Voltri-Brignole e al potenziamento Genova-Campasso.

I lavori, secondo il cronoprogramma dovrebbero essere completati a dicembre del 2024, ma come ha ricordato il commissario per il Terzo Valico Calogero Mauceri, in questo momento due talpe sono ferme a causa del terreno friabile nella galleria tra Cravasco e Castagnola. Questo intoppo, non previsto dai tecnici, potrebbe rallentare i tempi per la realizzazione della galleria principale, ma il commissario ha auspicato che entro dicembre di quest’anno venga trovata una soluzione per andare avanti con gli scavi e recuperare il tempo perduto.




Il Gruppo Fs attraverso Rfi e Italferr è il protagonista della realizzazione dell’opera, con i finanziamenti dal ministero dei Trasporti e dello Sviluppo economico. 

La costruzione è affidata al Consorzio Cociv, guidato dal colosso Webuild, gruppo multinazionale italiano che opera nel settore delle costruzioni e dell'ingegneria. Accanto al gruppo è impegnata una filiera di fornitori rappresentata da 2.282 imprese italiane e 5.000 persone, per un totale di contratti che supera i 3 miliardi di euro. Come si legge sul sito dell’opera, si tratta di aziende di eccellenza del settore, la cui maggioranza (1.741) viene dalle regioni del Nord, 321 dal Centro e 220 dal Sud. L’impegno della filiera concorre a dar vita allo sforzo costruttivo che negli ultimi anni ha permesso di avvicinare quest’opera al suo compimento.

Il neo ministro alle infrastrutture Matteo Salvini ha fatto sapere di aver approfondito i dossier su Gronda, altra grande opera genovese, ma autostradale, e ponte sullo Stretto di Messina, ma non ha citato il Terzo Valico di cui aveva parlato nel 2018 quando era vicepremier del governo gialloverde, l'esecutivo guidato da Giuseppe Conte con il sostegno di Lega e Movimento 5 Stelle. “I benefici superano i costi”, aveva detto Salvini, che però aveva dovuto fare i conti con le resistenze interne alla maggioranza. I parlamentari 5 Stelle della commissione Trasporti durante il governo gialloverde avevano considerato il Terzo Valico “un’infrastruttura devastante per l’ambiente e le casse dello Stato che, a fronte di un risparmio di percorrenza di pochi minuti, costerà complessivamente 16 miliardi di euro di soldi pubblici e distruggerà il territorio. Per questo l’abbiamo inserita tra le grandi opere inutili da abolire”.

Nel corso degli anni sono stati molteplici gli interventi dei movimenti contrari alla costruzione del Terzo Valico: è del 2017 la presentazione dell’esposto alla Corte dei Conti da parte di Legambiente e altre associazioni ambientaliste. Le risorse destinate al progetto, infatti, secondo i proponenti sarebbero dovute andare a coprire i lavori di ammodernamento delle linee ferroviarie già esistenti e alla messa in sicurezza idrogeologica. 

A opporsi alla costruzione sono anche gli abitanti di alcune delle zone interessate dai cantieri, che hanno lamentato di essere diventati “discariche” e parcheggi per i mezzi pesanti. Non ultimo, secondo i comitati del NO scavare montagne a rischio idrogeologico e contenenti amianto avrebbe creato non pochi problemi a livello ambientale. 

A lavori iniziati, però, hanno preso il via anche le problematiche giudiziarie: ultima in ordine cronologico è stata l’interdittiva antimafia per il consorzio ReseArch, al lavoro tra Pozzolo e Tortona, in provincia di Alessandria. Il cantiere è stato chiuso due mesi. 

Nel 2016 imprenditori e dirigenti coinvolti nella costruzione del Terzo Valico sono stati indagati e arrestati per aver compiuto una serie di atti di corruzione, concussione e turbativa d’asta in relazione all’aggiudicazione di commesse. Nel marzo del 2021 il gup di Genova aveva rinviato a giudizio una trentina di persone per turbativa d’asta: la maggior parte delle turbative, però, cadrà in prescrizione (o è già caduta) entro la fine di quest’anno. Il 30 settembre scorso è arrivata la sentenza di primo grado che ha visto l'assoluzione di Pietro Salini, amministratore delegato di WeBuild e di altri venti dei ventisette a processo.




Di recente è stato attivato il nuovo sito web ‘cantieri trasparenti’ per rendere accessibili, attraverso 18 webcam live attive in diretta 24 ore al giorno, le immagini dei cantieri: si potrà assistere in diretta ai lavori nelle diverse fasi di costruzione della grande opera.

Francesco Li Noce e Chiara Orsetti

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