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Attualità | 18 ottobre 2022, 11:45

Orario allungato e riduzione del riposo tra i turni: il contratto integrativo Reefer Terminal divide i sindacati

L'accusa di Filt Cgil, sconcertata dall'intesa tra Fit Cisl e Uiltrasporti: "Una scelta che avrà ricadute su sicurezza, sviluppo del lavoro portuale e Ccnl"

Orario allungato e riduzione del riposo tra i turni: il contratto integrativo Reefer Terminal divide i sindacati

Turni che non mettano eccessivamente alla prova i lavoratori di una categoria tra le più usuranti, come quelle operanti nel porto, per affrontare appieno il discorso della sicurezza. 

E' questa la richiesta della Filt Cgil Savona che prende spunto, criticandolo, dal nuovo contratto integrativo per i lavoratori di Reefer Terminal, azienda operante nello scalo di Vado Ligure in particolare.

Una richiesta che ha creato una spaccatura sul tema tra le sigle confederali, con Cgil che stamani ha sollevato a voce alta con uno striscione la questione durante la manifestazione davanti alla Prefettura: "Le confederazioni, unitamente, fanno dei discorsi su sicurezza e salute sui posti di lavoro ma poi, all'interno del porto, abbiamo situazioni in cui, nell'azienda Reefer Terminal, coi consensi delle categorie provinciali Fit Cisl e Uiltrasporti e di Confindustria, si sta cercando una soluzione per aumentare le ore di lavoro dei dipendenti" spiega Alessio Negro, segretario di Filt Cgil.

Fino a 11 ore di lavoro all'interno della giornata lavorativa quindi e, spiega Negro, "una strutturazione dello straordinario atto a diminuire poi il riposo tra un turno e l'altro, che passerebbe da 11 a 7 ore. Questo - continua - nell'ottica di poter chiedere, l'azienda, ai lavoratori più turno, ossia mattina, notte e pomeriggio del giorno dopo".

Lo schema ipotizzato come probabile dal sindacato sarebbe infatti quella di un turno alle 7 alle 19 con un'ora di pausa, oppure dalle 7alle 13 e dalle 20 alle 2 di notte tornando al lavoro nel pomeriggio alle 14 e fino alle 20, il tutto risultando così 18 ore lavorative in un arco temporale di 36.

Il no della Filt Cgil su questa proposta è quindi netto: "Avrà delle ricadute sia sulla sicurezza, sia sullo sviluppo del lavoro portuale e anche in ambito nazionale per quanto riguarda il Ccnl di categoria. Quindi chiediamo attenzione alle istituzioni, alla politica, all'Autorità Portuale e ai lavoratori tutti su quelle che possono essere le ricadute di questa intenzione, sperando che le categorie, insieme alle confederazioni, facciano un vero discorso su salute e sicurezza per i lavoratori del porto".

"Tutto ciò non avviene - conclude il rappresentante Filt Cgil - perché vi sono visioni del lavoro differenti. È tutto lecito, bisogna però ragionare sul tema della sicurezza, non è un aspetto che va lasciato da parte. Tutti vogliono e hanno bisogno del business del porto ma è anche vero che tutti vogliamo essere sicuri di poter tornare a casa e stare con la nostra famiglia".

L. Parodi - M. Pastorino

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