Attualità - 12 ottobre 2022, 17:04

Eugenio Montale nasceva a Genova 126 anni fa. Premio Nobel per la Letteratura, fu tra gli autori italiani più importanti di tutti i tempi

Tra le sue poesie, “Ho sceso dandoti il braccio”, per ricordarlo

Nasceva a Genova il 12 ottobre di 126 anni fa Eugenio Montale, Premio Nobel per la Letteratura nel 1975. Poeta, scrittore e giornalista, fu uno degli autori più importanti del Novecento, che ha saputo descrivere le inquietudini del secolo e il disagio esistenziale dell'uomo.

Avvicinò gli ambienti intellettuali liguri dopo la Prima Guerra Mondiale e pubblicò la raccolta Ossi di Seppia, che riscosse un grande successo. Successivamente si trasferì a Firenze, dove conobbe Drusilla Tanzi, che divenne sua moglie e il grande amore di tutta la sua vita. Morì a Milano nel 1981.

Nel 126esimo anniversario della sua nascita la Liguria ricorda Eugenio Montale, fra i maggiori poeti del Novecento, giornalista e vincitore del premio Nobel per la letteratura nel 1975 – ha dichiarato il presidente della Regione Liguria e assessore alla Cultura Giovanni Toti -. Un uomo rimasto profondamente legato alla sua terra, alla natia Genova e alla Cinque Terre, una terra evocata in molte delle sue liriche: siamo ormai abituati a immaginare la Liguria, a sentire i sapori, il calore, gli odori del nostro territorio attraverso le sue parole, attraverso la potenza immaginifica di un vero gigante della letteratura. Onorarne il ricordo significa proporre ai giovani un esempio di vita e di impegno di cui c’è sempre più bisogno in un momento complesso come quello che stiamo attraversando”.

Lo vogliamo ricordare con una delle sue poesie più celebri e intense: "Ho sceso dandoti il braccio"

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale / e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino./ Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio. / Il mio dura tuttora, nè più mi occorrono / le coincidenze, le prenotazioni, / le trappole, gli scorni di chi crede/ che la realtà sia quella che si vede. / Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio / non già perché con quattr'occhi forse si vede di più. / Con te le ho scese perché sapevo che di noi due / le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate, / erano le tue.