Economia - 06 ottobre 2022, 15:20

Pneumatici fuori uso: come funziona il ritiro oggi?

La quantità di pneumatici da smaltire annualmente in Italia è enorme

La quantità di pneumatici da smaltire annualmente in Italia è enorme: si parla di quasi 400mila tonnellate di materiale non recuperabile, ovvero pneumatici che non possono essere ricostruiti o riutilizzati, ma che devono necessariamente essere smaltiti.

In passato, lo smaltimento dei vecchi pneumatici veniva svolto dai gommisti, i quali addebitavano tale spesa insieme al prezzo degli pneumatici nuovi e al montaggio.

Attualmente, il costo dello smaltimento viene pagato dagli automobilisti in anticipo, al momento dell’acquisto dei nuovi pneumatici: addebitarlo è un obbligo da parte dei rivenditori, poiché copre quelle che saranno le spese di smaltimento da sostenere quando gli pneumatici dovranno essere sostituiti.

Perché il servizio di ritiro PFU è importante

Il contributo PFU rappresenta un’importante innovazione, in quanto consente di ridurre la dispersione di rifiuti inquinanti nell’ambiente.

I rivenditori ricevono il contributo PFU dai clienti e lo versano ai produttori, che a loro volta lo utilizzano per finanziare il consorzio addetto allo smaltimento. Questo significa che gli operatori del settore, gommisti e rivenditori di pneumatici possono usufruire del servizio di ritiro senza sostenere alcun costo.

Nel dettaglio, in Italia la richiesta di questa prestazione può essere rivolta a tutte quelle realtà partner di Ecopneus, la società consortile adibita alla gestione di tutto il processo. A questo proposito, in Liguria un punto di riferimento per quanto riguarda il ritiro pfu è Valli Gestioni Ambientali, che da oltre 50 anni costituisce un vero e proprio punto di riferimento per quello che riguarda il recupero di rifiuti pericolosi e non.

Come si devono comportare gommisti e negozi di pneumatici

Il servizio di ritiro di pneumatici fuori uso, nel dettaglio, può essere richiesto da negozi e rivenditori online e offline, officine meccaniche, gommisti, stazioni di servizio e ogni qualsiasi altra attività in cui avvenga il cambio di pneumatici.

Gli pneumatici raccolti vengono successivamente stoccati in discariche e spazi appositi, suddivisi in base alle caratteristiche e al materiale e inviati ai relativi impianti di lavorazione.

Aziende, officine e rivenditori che svolgono l’attività di fornitura e sostituzione degli pneumatici e, di conseguenza, generano un certo quantitativo di PFU, possono richiedere il servizio di ritiro attenendosi al regolamento, che impone una quantità minima per il ritiro e fissa alcune indicazioni per preparare gli pneumatici al trasporto e tenerne traccia tramite rendicontazione.

Perché evitare di smaltire gli pneumatici in autonomia

È importante ricordare che lo smaltimento degli pneumatici fuori uso non deve essere effettuato in autonomia dall’automobilista.

Il motivo è legato al fatto che si tratta di rifiuti altamente inquinanti: smaltirli correttamente è quindi fondamentale innanzitutto per evitare che vadano a provocare danni considerevoli all’ambiente, non essendo compostabili.

Inoltre, è bene ricordare che gli pneumatici sono costituiti da materiale facilmente infiammabile, dunque il mancato ritiro da parte di operatori autorizzati porta con sé anche l’eventualità della formazione di incendi.

Infine, gli pneumatici abbandonati possono produrre la formazione di umidità e di ristagni d’acqua. Si tratta di un aspetto che ha come conseguenza immediata quella dello sviluppo nell’area limitrofa di colonie di zanzare o di altri insetti, con possibili effetti negativi sull’ecosistema.

Per tutte queste ragioni si raccomanda, dunque, di evitare il trasporto degli pneumatici in discarica o in altro luogo, recandosi sempre presso una realtà autorizzata a usufruire del servizio di ritiro gratuito.

Anche nel caso in cui l’acquisto degli pneumatici fosse stato effettuato online, è importante rivolgersi esclusivamente ai gommisti convenzionati e indicati sul sito stesso, sia per l’eventuale montaggio che per lo smaltimento.