Attualità - 03 ottobre 2022, 11:00

Caccia al cinghiale, Comitato Cellese punta il dito contro i cacciatori: "Stanno perdendo un'occasione per dimostrare disponibilità verso la comunità e il mondo rurale"

I cacciatori dell'ATSV2 hanno deciso di non imbracciare i fucili al via della stagione partita ieri a causa delle procedure operative messe in atto dalla Regione Liguria che non prevedono l'autoconsumo delle carni nella zona del levante savonese

"Le squadre di cacciatori savonesi stanno perdendo un occasione per dimostrare disponibilità verso la comunità e il mondo rurale oltre rispetto verso le istituzioni".

Non le manda a dire il Comitato cellese per la gestione della fauna selvatica in merito alla decisione dei cacciatori della area territoriale caccia Savona 2 di non imbracciare i fucili al via della stagione partita ieri a causa delle procedure operative messe in atto dalla Regione Liguria che non prevedono l'autoconsumo delle carni nella zona del levante savonese (da Varazze ad Albisola, comprendendo Stella e Sassello).

"Molti cittadini e agricoltori unitamente al comitato Cellese che da anni si occupa del grave problema della gestione dei cinghiali ritengono grave la decisione delle squadre dei cacciatori del levante savonese dell'ATC SV2 di non iniziare la stagione venatoria e di non accettare e rispettare le disposizioni del commissario per la gestione della peste suina e della regione Liguria. Atto grave a fronte del disagio dei danni e del pericolo che il numero di cinghiali ormai fuori controllo genera" continua il Comitato.

Le procedure regionali prevedono inoltre che nella zona I da Albissola a Savona e a salire verso l'entroterra, le carni di cinghiale potranno, dopo un apposito campionamento sanitario, essere destinate all’autoconsumo nella stessa area di restrizione in cui sono state cacciate. Molti cacciatori dell'Atc Sv 1 però ieri per solidarietà e per la mancanza di tempo per potersi organizzare con le procedure hanno deciso di non andare a caccia.

"Nel territorio interessato dalle restrizioni della peste suina la situazione è particolare e servirebbe spirito di servizio anche per contribuire alla soluzione o riduzione del problema - hanno continuato dal comitato - L'analisi dei capi abbattuti e purtroppo lo smaltimento servirebbe a verificare l'entità dell'infezione e mappare il territorio da cui mancano sufficienti dati per poi valutare".

"Pretendere di consumare i capi abbattuti organizzando l'analisi, la macellazione e il consumo non è realizzabile a fronte di aziende che hanno abbattuto tutti i capi e aziende agricole e forestali gravemente limitate dalle disposizioni" concludono.