"Abbiamo visto sabato ad Arenzano, 150 millimetri in un'ora era un valore che fino a qualche anno fa osservavamo in media ogni 10-15 anni invece lo stiamo osservando ogni anno e delle volte più volte durante un'annata".
A dirlo è Luca Ferraris, presidente della Fondazione Cima che ieri ha celebrato i suoi primi quindici anni con un convegno organizzato al Campus Universitario di Savona dal titolo “Prevedere per prevenire, programmare per agire”.
"Questa è l'altra faccia della medaglia: più caldo significa più energià in atmosfera, più vapore acqueo e quindi a questo punto quando si creano delle situazioni di dinamica, non basta il mare calmo e l'alta temperatura serve comunque che l'atmosfera reagisca in una determinata maniera, si hanno questi forti temporali che la Liguria purtroppo ha già osservato. Con i cambiamenti climatici che diventeranno sempre più frequenti" ha proseguito Ferraris.
La Fondazione ha elaborato gli scenari legati al cambiamento climatico nel quale è emerso che la pioggia scenderà in modo più intenso e localizzato, con un aumento del 15% rispetto al passato, su tutto il levante. E' stata stimata anche meno neve, fino al -60% e oltre in inverno. La neve che non arriva in inverno è acqua che mancherà in estate, e gli scenari mostrano una diminuzione annua di circa il 15% sul Ponente.
"Su questi fenomeni dobbiamo agire subito, ognuno facendo la propria parte. In Liguria, in particolare nel ponente e nell'entroterra, già dai prossimi anni registreremo un aumento medio della temperatura di due gradi. Questo significa che, in alcune annate, l'innalzamento sarà anche superiore" ha specificato il presidente della Fondazione.
Attenzione alta anche sui fulmini, nel savonese la scorsa settimana Arpal in una nottata nel ponente ne ha registrato circa 1200.
"L'alta presenza di fulmini è figlia anche di questo, più energia in atmosfera significa che questi eventi vengono accompagnati da questa forte fulminazione, per noi è anche un driver che ci fa capire che sta arrivando qualcosa di importante - puntualizza Ferraris - Faccio un appello ai cittadini, quando fulmina tanto vuol dire che nel giro di pochi minuti potrebbero esserci dei nubifragi e quindi bisogna mettere in campo tutte quelle azioni di prevenzione come stare in casa, nei piani alti, non scendere in strada, non mettere in sicurezza le auto".
"In questi 15 anni la Fondazione Cima ha sempre saputo collocarsi sulla frontiera della ricerca e portare i risultati della stessa in un ambito veramente cruciale come quella della protezione territoriale e trasmetterli nella comunità con linguaggi accessibili, con toni divulgativi, per far capire, crescere, la cultura della prevenzione, della protezione e della sicurezza" ha detto il Rettore dell'Università di Genova Federico Delfino presente al convegno.
"Abbiamo chiesto alla Fondazione Cima subito di aiutarci ad avviare un percorso di piano di protezione civile partecipato, è un inizio di chi vuole pensare alle acquisizioni scientifiche di innovazione nella concezione nell'approccio a questi temi e come tradurli in processi che coinvolgono i cittadini che molto spesso sono più avanti, sono già pronti ad affacciarsi a questo. Stiamo lavorando per cercare di portarlo, le sperimentazioni partiranno nei prossimi mesi" ha proseguito durante il sindaco Marco Russo che si è soffermato anche sui lavori per la mitigazione del rischio idraulico che sono in corso sul rio Molinero a Legino puntando non solo a risolvere il problema alluvionale ma anche a cambiare il volto del quartiere.
Il programma della giornata aveva previsto diversi momenti a partire da una tavola rotonda di scala globale-locale, animata dai talk dei ricercatori di CIMA, con gli interventi di Federico Delfino, Pierangelo Olivieri (Presidente Provincia di Savona), Marco Russo, Giacomo Giampedrone (Assessore alla Protezione Civile, Regione Liguria), Fabrizio Curcio (Capo Dipartimento Protezione Civile), Marina Sereni (Vice ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale), Marco Toscano Rivalta, (Direttore per l’Asia di UNDRR), Alessandra Zampieri (Capo Unità della Gestione dei Rischi da Catastrofi del Joint Research Centre della Commissione Europea), Manuela Gagliardi (Segretario della Commissione Ambiente Territorio Lavori Pubblici, Camera dei Deputati) e Carlo Cacciamani, direttore dell’Agenzia ItaliaMeteo.
Un dialogo “im-possibile” tra scienza e arte con i contributi del professor Franco Siccardi (Presidente Emerito Fondazione CIMA), dell’artista Beppe Schiavetta, del professor Antonello Provenzale (Direttore Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR) e Lorenzo Verderame (Professore Associato di Assiriologia, Università La Sapienza Roma).
Una serie di seminari scientifici moderati dal professor Fabio Castelli (Professore Ordinario di Idrologia e Costruzioni Idrauliche dell’Università di Firenze) a cura di Francesco Avanzi, Vincenzo Mazzarella, Marina Morando e Andrea Trucchia di Fondazione CIMA che hanno approfondito con vari punti di vista e discipline i rapporti tra clima e protezione civile, a cui la scienza offre sempre nuove risposte e nuovi interrogativi.
L’evento è stata anche l'occasione per l’inaugurazione dell’opera “Corrotte macerie” (foto in allegato) dell’artista Beppe Schiavetta, posizionata nella sede di Fondazione CIMA che si aggiunge alle altre opere già realizzate negli anni scorsi.