Sul turismo c'è ancora molto da fare anche se si è ormai entrati nei circuiti giusti. I commercianti? Non ci sono più quelli di una volta. Il Palio non potrà essere più organizzato dal solo Comune.
Parola del sindaco di Asti, Maurizio Rasero che, a pochi giorni dal Palio, manifestazione sicuramente più importante e dispendiosa dell'anno, riflette con noi su turismo, manifestazioni e Palio, appunto.
Cosa c'è ancora da fare affinché Asti sia sempre più turistica?
C'è ancora molto da fare, ma è evidente che nei nostri primi 5 anni c'è stata una svolta. Dopo il solo turismo di prossimità oggi ci troviamo olandesi, belgi, danesi norvegesi. Siamo entrati nei circuiti giusti. L'approccio con la promozione turistica è cambiata con la scelta di campo di entrare nell'Ente turismo Langhe Monferrato e Roero. La città era prossima a fondersi con l'Alessandrino ma noi abbiamo fatto altre scelte, legandoci a chi promuoveva al meglio il territorio. Ne è nata un'Atl più grande e ci sono più comuni astigiani di quanti ce ne fossero prima. Dietro un progetto fatto di obiettivi e risultati in tanti ci hanno creduto. Per 20 anni il Comune di Asti metteva 5mila euro. Oggi investe 90mila euro interamente finanziati dalla tassa di soggiorno.
Ecco, però a Ferragosto c'erano tanti locali chiusi...
Non ci sono più i commercianti di una volta. Io sono un commerciante e non abbiamo mai guardato orari, ci si adeguava ai clienti. Oggi mi sembra che si voglia essere un po' più comodi, piange il cuore che ci siano state attività che durante il Covid ci fossero persone che si sono lamentate e che ovviamente abbiamo aiutato, ma nel momenti in cui gli incassi potevano esserci, hanno chiuso. Chi è rimasto aperto ha dovuto mandare via le persone che non hanno trovato i servizi. Ma questo succede anche durante l'anno, quando ci sono manifestazioni. Non va bene.
Il nostro Palio è il biglietto da visita per eccellenza nel campo turistico, cosa fare per promuoverlo al meglio?
Quella di quest'anno è l'edizione della ripartenza con esisti incerti sulla vendita dei biglietti. Ma era necessario ripartire per non fermare la manifestazione. Con sforzi incredibili il Comune lo presenterà nel migliore dei modi e sono certo che tutte le manifestazioni saranno partecipate, a iniziare da quella del giovedì prima del Palio con la presentazione dei fantini e i sorteggi.
Al Palio saranno ospiti diversi consoli, esempio di Cina, Giappone e Corea del Sud. Un bellissimo biglietto da visita per la nostra città. Ma i costi sono spropositati per il solo Comune. Un solo esempio su tutti. La stessa ditta che ci monta le tribune, nel 2019 ci aveva preso 100mila euro. Quest'anno il doppio. Così come per le Sagre non potrà più essere solo la Camera di Commercio a organizzare. Per la prima volta il Comune è intervenuto con i soldi perché non si poteva rinunciare al Festival. Anche il personale, negli enti, è ridotto e non può prendersi tutto in carico. A ottobre ci si riunirà per la nascita di un Ente Manifestazioni.
E la comunicazione per farlo conoscere fuori confine?
Con Asti Musei, le mostre organizzate hanno portato migliaia di visitatori e hanno dimostrato che occorre saper comunicare. Prima si investiva il 5% in comunicazione, ora si investe il 50 e i risultati si vedono. Una comunicazione più mirata, non potrà che migliorare il flusso di turisti.
Anche Asti Musica finirà sotto il cappello dell'Ente?
Avevamo già chiesto supporto ad Asp per l'organizzazione, ora il Comune si è riportato in casa la manifestazione. La municipalizzata deve pensare al suo lavoro. E' immaginabile che l'Ente studierà anche l'organizzazione di Asti Musica.
Asti è pronta quindi per essere città turistica?
Asti sì, occorre vedere se sono pronti anche gli astigiani. Serve l'aiuto di tutti. Di chi mantiene il pulito, di chi raccoglie gli escrementi degli animali, dei commercianti che restino aperti e facciano un piccolo sacrificio. Tutto può fare la differenza. I turisti, per la maggior parte, chiedono informazioni il lunedì mattina e questo ci deve far pensare.
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