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Attualità | 27 agosto 2022, 18:15

Aiuti bis, per Spi Cgil le risorse destinate ai più deboli non bastano. Dabove: "Pensionati sempre più in difficoltà"

Il segretario provinciale definisce insufficienti i "ritocchi" per i redditi più bassi: "Se la questione sono le risorse si agisca su evasione ed extraprofitti"

Aiuti bis, per Spi Cgil le risorse destinate ai più deboli non bastano. Dabove: "Pensionati sempre più in difficoltà"

E’ davvero singolare che in un momento in cui tutta la politica sottolinea, a parole, l’urgenza di intervenire in aiuto di persone e famiglie sempre più in difficoltà, solo 2,7 miliardi dei 17 (meno del 16%) previsti nell’ultimo decreto Aiuti bis vengono dedicati a chi queste difficoltà vive sempre più ed ogni giorno, a partire da lavoratori e pensionati con redditi bassi”.

Non è affatto soddisfatto di uno degli ultimi provvedimenti del Governo Draghi il segretario di Spi Cgil Savona, Fausto Dabove, che ritiene le risorse stanziate “del tutto insufficienti, e lo dimostrano i numeri”: nel caso dei pensionati chi percepisce un assegno di 500 euro mensili riceverà 42 euro lordi da ottobre a dicembre; l’assegno da 1.000 riceverà 84 euro lordi, mentre quello di 1.500 ne riceverà 126 lordi.

Si pensa davvero che ciò possa bastare a fronte di un’inflazione e di aumenti prezzi e bollette che stanno abbattendo il potere d’acquisto delle famiglie? Che quanto attualmente previsto sia sufficiente ad evitare che la condizione di queste persone peggiori ulteriormente?” si domanda il segretario di categoria.

In provincia di Savona i percettori di pensione inferiore a 1000 euro sono più di 25 mila, di questi oltre 18 mila percepiscono meno di 750 euro al mese - ricorda - Già i numeri di questa piccola provincia richiamano la dimensione del problema, la necessità di interventi ben diversi in un Paese dove milioni di pensionati sono in queste condizioni”.

Il Sindacato Pensionati della Cgil da molto tempo sostiene l’esigenza di iniziative in questo senso, ad esempio un intervento sulla 14esima per aumentarla ed estenderla a chi ancora non la riceve pur avendo una pensione bassa. Ma a questa e ad altre richieste i diversi governi che si sono succeduti non hanno mai risposto - aggiunge - Oggi, fermarsi agli interventi attualmente previsti nel decreto vuol dire scegliere di girarsi dall’altra parte mentre sempre più persone, spesso anziane, stanno scivolando verso la povertà e sono costrette a rivolgersi alle diverse associazioni presenti nel territorio in cerca di un aiuto”.

Se la questione è come reperire le risorse per azioni più incisive si può intervenire su diversi fronti - propone Dabove - in prima battuta, con urgenza e certamente più coraggio e decisione di quelli dimostrati sinora, sul tema degli extraprofitti cioè su chi (lo dice il termine stesso) sta vedendo aumentare vertiginosamente le proprie entrate a fronte di rincari pagati anche da persone e famiglie oggi sempre più in difficoltà. Vanno inoltre ricordati, a maggior ragione in un momento come questo, i nodi irrisolti di natura fiscale a partire da quello dell’evasione che, oltre ad rappresentare un’ingiustizia verso chi le tasse le paga correttamente, continua a sottrarre ingenti risorse che potrebbero essere dedicate a vantaggio di tutti i cittadini in tema di sanità, scuola, sociale e, visto il quadro attuale, per interventi ben diversi rivolti alle fasce più in difficoltà”.

Da qui l'appello in vista delle prossime elezioni a chi salirà al governo: “Tutto ciò non può non rappresentare tema di riflessione per chiunque si proponga di guidare il Paese in un momento tanto delicato: non basta pensare solo alle alleanze ed alle promesse per il 'dopo', magari non nuove e mai realizzate o di respiro tipicamente elettorale. Occorre agire adesso, passare subito dalle tante parole ad interventi concreti di ben altra portata. Ora, non 'dopo'. In gioco c’è la condizione sempre più drammatica per milioni di persone, oltre che la credibilità della politica: di tutta la politica, nessuno escluso” conclude Dabove.

Redazione

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