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Attualità | 26 agosto 2022, 09:12

A Savona la "lectio magistralis" di Agostinelli su pericolo nucleare, clima e ingiustizia sociale

Resoconto dell'incontro con Mario Agostinelli organizzato dai "Partigiani per la Pace" in collaborazione con il gruppo consiliare "Sinistra per Savona" e dall'associazione "Il rosso non è il nero"

A Savona la "lectio magistralis" di Agostinelli su pericolo nucleare, clima e ingiustizia sociale

 

Giovedì 25 agosto la Sala Rossa del Comune di Savona ha ospitato una conferenza di Mario Agostinelli, ricercatore chimico-fisico dell'ENEA, già segretario regionale di Cgil Lombardia e vicepresidente  dell'Associazione "Laudato sì”. Un’iniziativa costruita su impulso del gruppo "Partigiani per la Pace", promosso recentemente da Dario Zucchelli, Giorgio Ajassa e Roberto Rota e parte del programma di iniziative per la pace promosse da Anpi, Arci, Istituto Storico della Resistenza.

L’associazione "Laudato sì" nasce da una riflessione sull’enciclica di Papa Francesco e da una lettera-appello firmata da numerosi intellettuali e attivisti impegnati sui temi che costituiscono i cardini dell’ecologia integrale: giustizia climatica, ambientale e sociale, lotta alle povertà e alle disuguaglianze, accoglienza, femminismo, pacifismo, antispecismo, diritti del lavoro, della natura, dei popoli nativi.

“Il dibattito, presieduto dall'assessore Gabriella Branca, che si sta impegnando fortemente su queste tematiche anche nell'ambito delle necessarie applicazioni concrete sul piano locale e introdotto da Franco Astengo ha riportato l’attenzione sul pericolo rappresentato dalla perdurante guerra in Ucraina, sulle diseguaglianze, sul Pianeta che per poter continuare ad ospitare la vita necessita di decisioni drastiche che evidentemente non sono la flat tax”, ironizza amaro Agostinelli.

“Sedicimila bombe atomiche sparse per il pianeta, di cui duemila in allerta ogni giorno, attivabili in brevissimo tempo, sono un rischio di cui si parla troppo poco”.

“La maggior parte di questi ordigni sono in media trenta volte più potenti della bomba che a Hiroshima uccise in un secondo centomila esseri viventi: Agostinelli, per rilevare il punto di arroganza, e di incoscienza, al quale è giunto il genere umano nella sua convinzione di poter controllare gli eventi naturali, ha ricordato come dopo il disastro di Chernobyl si pensasse di chiudere le frontiere, come se la nube dovesse mostrare il passaporto per migrare”, affermano gli organizzatori dell’evento.

“Nello stesso modo ha osservato come il disastro della Marmolada (il 3 luglio scorso una valanga di neve, ghiaccio e roccia provocata dal distacco dalla calotta sommitale del ghiacciaio uccise 11 persone) è stato velocemente derubricato a semplice, drammatico episodio”.

“Come se per l’ambiente non ci fosse tempo, mentre è l’ambiente che non ha più tempo per noi e ce lo dimostra ogni giorno con l’innalzamento dei mari, con eventi climatici sempre più estremi ai quali non si è apparentemente in grado di far fronte”.

“Perché - si chiede Agostinelli - gran parte delle nostre risorse e del nostro lavoro finiscono in oggetti che uccidono e distruggono indelebilmente la natura? Perché l’un per cento della popolazione mondiale detiene una ricchezza pari a quella del restante 99 per cento? E quanto può reggere il mondo in questa situazione di diseguaglianze sempre più ampie, con intere popolazioni costrette a spostarsi semplicemente perché le zone dove vivono non sono più abitabili?”.

“Da quando 120 scienziati, tra cui 40 premi Nobel, hanno fondato il Doomsday clock, le lancette dell’orologio del giorno del giudizio sono state spostate più volte avanti e indietro, e adesso la mezzanotte è molto vicina”.

Una vera e propria "lectio magistralis" quella di Agostinelli, seguito da un pubblico particolarmente coinvolto e alla quale sono seguiti gli interventi di Roberto Rota, Antonio Vallarino, Rosanna Lavagna e Maria Teresa Carbone, che hanno entrambe rimarcato la necessità di lavorare sull'educazione scolastica e di Pino Raimondo, capace di considerare ottimisticamente le risorse del genere umano nella capacità di rovesciare il senso del pensiero dominante che fin qui ci ha portato sull'orlo del baratro descritto nella relazione.

 

Redazione

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