La Regione Liguria ha portato a termine le operazioni di riacquisto del proprio prestito obbligazionario per un importo complessivo di 240 milioni di euro, determinandone l’estinzione integrale. L’operazione, che segue le precedenti fasi di buyback avvenute nel 2015 e nel 2016, avviene nel pieno rispetto del requisito di convenienza economico-finanziaria e, allo stesso tempo, consente di non aumentare il debito pubblico.
“Si tratta di una operazione di grande rilevanza dal punto di vista economico per le casse dell’ente – commenta il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti - Con l’estinzione di queste obbligazioni sono complessivamente migliorate le condizioni economiche per quanto riguarda il debito regionale, e viene rafforzata la sostenibilità finanziaria del bilancio, sia per quanto riguarda la situazione attuale sia per quella in prospettiva”.
Regione Liguria in questo modo ha ridotto notevolmente la sua presenza sul mercato obbligazionario: la sua posizione risentiva delle condizioni sottoscritte al momento dell'emissione, circa venti anni fa, con tassi del tutto disallineati rispetto alle caratteristiche della situazione economica e finanziaria attuale. L'operazione, dall'esito tutt'altro che scontato, è stata condotta dalla Direzione centrale finanza, bilancio e controlli insieme agli uffici del Settore programmazione finanziaria e statistica con l'assistenza di Calipso s.r.l. (consulente finanziario), Intesa Sanpaolo - Divisione IMI Corporate & Investment Banking (Dealer Manager) e dello Studio Legale Pavia e Ansaldo.
“Alla luce di questo risultato – conclude il presidente - la Regione potrà proseguire con ancora maggiore forza nel proprio percorso di investimento a supporto dell'economia, della ripartenza e delle amministrazioni locali. Da sottolineare come, nonostante il momento economico che stiamo vivendo sia complesso per diversi fattori, grazie a questa operazione sarà possibile proseguire nell’azione di alleggerimento della pressione fiscale che ogni anno concordiamo in sede di manovra con le organizzazioni sindacali”.