Attualità - 31 luglio 2022, 09:13

Sanità, Cgil critica la Regione e sprona le istituzioni del territorio: "Momento di scelte radicali non più rinviabile"

La segreteria punta il dito contro le "scellerate scelte" della Giunta e "l'inerzia" di alcuni primi cittadini. E sulla carenza di personale: "Domandarsi come mai si trovino soluzioni con prestazioni autonome a oltre 100 euro l'ora"

La situazione di sanità e servizi sociosanitari in provincia di Savona è "drammatica, privata di servizi fondamentali dalle scelte della Regione Liguria" e perciò, dinanzi a questo, "non è più accettabile l’inerzia delle istituzioni locali e dei sindaci di alcuni territori interessati da queste scellerate scelte".

E' questo l'ennesimo appello che giunge dalla segreteria provinciale della Cgil di Savona, con un ulteriore invito a "non spostare l'attenzione e non confondere il problema delle infrastrutture stradali e non, che c'è, con il sacrosanto diritto al potenziamento dei servizi sociosanitari", che arriva all'indomani dell'approvazione da parte dell'Asl 2 savonese del piano previsionale.

"Una situazione che ha pesanti ripercussioni su chi vi opera e su chi si trova a doverne usufruire, in particolare fragili e anziani, e che non risparmia nessun settore, dal territorio, agli ospedali, alle rsa, come da tempo abbiamo denunciato" scrive nella sua nota il segretario Andrea Pasa, denunciando come in risposta da parte di Regione Liguria siano arrivate "solo vane rassicurazioni, impegni quasi sempre non portati a termine e inaugurazioni di quelle che rischiano di restare scatole vuote o semi vuote, quali gli ospedali di comunità di Cairo Montenotte e Albenga, visto che già oggi mancano in Asl 2 circa 500 operatori sanitari tra medici, infermieri, tecnici e amministrativi" oltre a quelli già assunti che, aggiunge Pasa, "da oltre due anni lavorano in grave stress".

"Servono risposte da parte delle istituzioni ai vari livelli, sapendo bene che non esistono soluzioni miracolistiche o immediate, ma consci altresì che è possibile e doveroso dare dei primi segnali di miglioramento e di volontà di restituire condizioni dignitose ai servizi socio sanitari che sono di vitale importanza" continua. 

"Le risposte da dare alle lavoratrici e ai lavoratori del settore e alle migliaia di cittadini che vivono in provincia di Savona sono tante e faticano ad arrivare - ribadiscono dalla segreteria del sindacato, puntando quindi il dito su alcuni rappresentanti del territorio - Quello che non è più accettabile è l’inerzia delle istituzioni locali e dei sindaci di alcuni territori: sappiamo bene che le loro competenze sono limitate e che le responsabilità di questa situazione, voluta per favorire la sanità privata, sono dell'amministrazione regionale, ma siamo altrettanto convinti che l’impegno, l'interessamento, lo studio e la mobilitazione dei sindaci dei territori più 'martoriati' dalle chiusure di servizi e attività come il distretto socio sanitario della Val Bormida (dov'è prevista la trasformazione dell'ospedale San Giuseppe in ospedale di comunità e la successiva chiusura del punto di primo intervento) possano produrre quelle condizioni per risalire la china, e quindi potenziate i servizi socio sanitari, che tutti vogliamo, partendo da un elemento fondamentale e irrinunciabile: riconoscere il valore e l’insostituibilità del sistema sanitario pubblico".

Il riferimento è ancora al bilancio, su cui i rappresentanti di tre dei quattro distretti sociosanitari provinciali hanno dato parere negativo e su cui un particolare "peso" in negativo lo ha la carenza di specialisti: l'azienda sanitaria dovrà infatti spendere oltre 2 milioni e mezzo di euro in prestazioni per garantire ai cittadini la continuità del servizio.

"Va respinta l’idea che pone la salute come un valore disponibile alla concorrenza e al mercato - sottolinea Pasa - A questo proposito, e ben sapendo che l’offerta nel mercato di personale sanitario e non, dai medici specialisti passando per gli infermieri fino agli operatori sociosanitari, è carente rispetto ai fabbisogni e alla domanda, ci si chieda come mai, però, si continuano a trovare laddove si propongono prestazioni autonome di medici ad oltre 80/100 euro l’ora".

"E’ giunto il momento di scelte radicali, a tutti i livelli. Non più rinviabile è rilanciare l’idea di un momento partecipato e condiviso per interloquire seriamente con tutti i soggetti del sistema, con l’obiettivo di individuare soluzioni ai problemi e di proporli a chi è chiamato a decidere e intervenire, ovvero Regione Liguria, che dovrà rispondere, insieme ai primi cittadini di diversi comuni che latitano sul tema della sanità, dinanzi ai cittadini per una situazione che è tanto drammatica, quanto inaccettabile" aggiunge duramente Pasa.

"Occorre cambiare rotta, tanto più che bisogna dare attuazione ai progetti del Pnrr per evitare che siano una grande opportunità mancata" conclude la nota.

Redazione