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Politica | 22 luglio 2022, 12:30

In Liguria oltre la metà degli immobili sequestrati alla mafia non vengono riassegnati, la Lista Sansa presenta una proposta di legge (Video)

Oggi la 'ndrangheta si sta espandendo, nell'edilizia e sui porti, con il traffico di cocaina, ma approfittando della crisi dovuta alla pandemia, la criminalità è entrata nel business del turismo

In Liguria oltre la metà degli immobili sequestrati alla mafia non vengono riassegnati, la Lista Sansa presenta una proposta di legge (Video)

Sono 464 gli immobili confiscati alla mafia in Liguria, di cui ben oltre la metà, circa 330 in attesa di essere assegnati. È la fotografia di un territorio che per conformazione si trova da anni alle prese con la lotta alle infiltrazioni della criminalità organizzata. Le sentenze Maglio 3 e La Svolta, per citarne alcune, hanno dimostrato che la 'ndrangheta in Liguria da anni fa i propri affari sfruttando i porti di Genova e Spezia e il confine con la Francia in provincia di Imperia.



Non è però semplice restituire alla comunità i numerosi beni sequestrati dalle attività di forze dell'ordine e magistrature, per questo la Lista Sansa ha depositato una proposta di legge regionale, attualmente in commissione, sulla riassegnazione di questi beni.

I criteri – spiega Roberto Centi, consigliere della Lista Sansa e presidente della commissione regionale antimafia - sono quelli di rispettare il grande lavoro fatto dalla conferenza nazionale delle commissioni antimafia regionali, che ci ha proposto una bozza passata al vaglio dei massimi esperti nazionali sulla gestione dei beni confiscati. Si trattava di riportare a livello regionale una gestione che in Liguria è affidata all'iniziativa dei singoli comuni, quello di Genova ha un buon regolamento, anche se deve ulteriormente lavorare per l'assegnazione del sequestro Canfarotta, ma non tutti i territori sono dotati di queste potenzialità che noi pensiamo di fornire tramite supporto al personale, risorse per quanto riguarda la gestione di un iter complicatissimo per la gestione di questi beni, dall'agenzia nazionale alla gestione sociale ultima, e pensiamo anche di aiutare le aziende sequestrate e confiscate che per la parte sana devono andare avanti perché i lavoratori, una volta depurate, devono avere il diritto di poter continuare a lavorare”.

Inoltre – continua – c'è il problema degli immobili, in Liguria ce ne sono 464 confiscati, di cui ne rimangono circa 330 da assegnare su tutto il territorio regionale. La legge si occupa di tutti questi beni a prescindere dalla zona del sequestro, in modo da distribuire risorse, personale e iniziativa politica su tutta la regione”.

Centi, da presidente della commissione regionale antimafia lancia l'allarme sulle infiltrazioni della 'ndrangheta sul territorio, che è entrata a gamba tesa nel business del turismo.

La fotografia è molto peggiore di quello che si ritiene, – commenta – la 'ndrangheta è fortemente infiltrata in Liguria, in tutte e quattro le province, è infiltrata nell'edilizia, nel movimento terra, sta acquisendo molte strutture turistico-ricettive che sono entrate in crisi per la pandemia. Abbiamo fatto infinite audizioni su questo, ho parlato con i prefetti di tutte e quattro le province liguri, c'è un traffico di cocaina dai porti che mi sembra assommi il 40 per cento della cocaina che entra in Italia. La Liguria è purtroppo anche terra di 'ndrangheta, quindi la commissione antimafia, pur non avendo uno specifico compito di indagine deve occuparsi di questo fenomeno e deve soprattutto dirlo”.

La suddivisione nel territorio vede una prevalenza nelle province di Genova e Spezia per il traffico della cocaina.

Per quanto riguarda i porti – conclude Centi - sono le due province più interessate, ma qualcosa di significativo c'è anche su Vado Ligure. Per quanto riguarda le strutture turistico-ricettive acquistate vi sono segnali allarmanti nella provincia di Savona, poi c'è la provincia di Imperia che ha purtroppo una storia di queste infiltrazioni piuttosto lunga, legate anche alla questione del confine con la Francia”.

Anche il capogruppo della lista Ferruccio Sansa ha commentato quelli che sono i principi che hanno ispirato la proposta di legge: “Credo che sia molto importante perché è il segnale che la nostra lista, che fa critica anche molto dura nei confronti del centrodestra, sia capace di proposte e studio dei problemi. La nostra è una proposta che ha richiesto più di un anno per essere elaborata in modo serio, anche insieme alle altre realtà antimafia in Italia. Vogliamo affrontare un problema molto serio, perché in Liguria ci sono oltre 400 beni confiscati, di cui la maggior parte non sono utilizzati, ed è importantissimo che vengano utilizzati perché sono una risorsa molto grande per imprese e associazioni, e poi sono il segnale che la mafia viene punita e quelli che erano i proventi delle attività mafiose ritornano nella società civile e nella società pulita che li riutilizza. La legge da oggi è oggetto di dibattito pubblico, il presidente dell'antimafia Centi ha insistito molto perché fosse una proposta condivisa, l'abbiamo fatta noi ma non è di parte, la mettiamo a disposizione anche della maggioranza e speriamo che per una volta voglia ascoltare. Segnali? Vediamo, credo che sia molto importante criticare, ma anche fare proposte costruttive, vediamo se la maggioranza saprà accoglierla”.

Francesco Li Noce

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