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Politica | 22 luglio 2022, 15:17

Dimissioni di Mario Draghi: i liguri che hanno fatto cadere il Governo

I senatori liguri che hanno aperto la porta a nuove elezioni

Dimissioni di Mario Draghi: i liguri che hanno fatto cadere il Governo

I senatori eletti in Liguria hanno votato (o meglio, non votato) secondo le indicazioni dei propri movimenti politici durante la seduta che ha portato alle dimissioni del governo Draghi. Nessun voto "ribelle", dunque, ma soprattutto quelle assenze in aula che hanno determinato il risultato finale: l'approvazione della questione di fiducia, posta sulla risoluzione Casini, per soli 95 voti

E' a Palazzo Madama, dove siedono nove parlamentari liguri, che si è consumata mercoledì scorso una tappa fondamentale per il Paese, che ha portato in poche ore allo scioglimento delle Camere.

L'unico a votare apertamente contro è stato Mattia Crucioli, l'ex grillino passato al gruppo composito che raccoglie le sigle CAL (Costituzione, Ambiente, Lavoro) - PC -Idv. L'avvocato di Genova e consigliere comunale, l'anno scorso, era stato espulso dal Movimento 5 Stelle proprio per non aver votato la fiducia a Draghi e di lì in poi ha animato il fronte degli antagonisti. Durante il dibattito ha spiegato, per il suo gruppo, le ragioni del no. "Serve igiene politica dopo tutto quello che è avvenuto e i tradimenti da parte dei partiti; c'è bisogno di fare piazza pulita e di ridare voce ai cittadini", il senso delle ragioni di Crucioli. 

Ecco invece la pattuglia degli assenti, che appunto con la mancata presenza hanno contribuito al dato "striminzito" di una maggioranza che si è rivelata azzoppata per Draghi.

Assenti due ex pentastellati: la genovese Elena Botto, transitata al Gruppo Misto, e il savonese Matteo Mantero, altrettanto eletto tra le fila grilline e poi passato al Gruppo Misto perché vicino alle posizioni di Potere al Popolo!. Assenti i due senatori leghisti Francesco Bruzzone, genovese, e il ponentino Paolo Ripamonti, entrambi noti per la loro linea pro caccia; altrettanto assente la senatrice e sottosegretaria alla Difesa Stefania Pucciarelli, di Sarzana, che si trovava in missione internazionale per una partnership di sorveglianza marittima. 

In tre, dalla Liguria, a votare invece la fiducia al premier: Sandro Biasotti, l'ex governatore che da forzista è passato al Gruppo Misto attestandosi sul campo totiano, la sentrice dem di lungo corso Roberta Pinotti (eletta in proporzionale in Piemonte) e Vito Vattuone del Partito Democratico che all'esito del voto è stato lapidario: "I responsabili hanno lasciato le impronte digitali e sono 5 Stelle, Lega e Forza Italia".

Fra i senatori a vita, assente alla votazione sulla fiducia l'architetto Renzo Piano

La crisi di governo, innescata dai 5 Stelle che hanno boicottato la legge di conversione del decreto aiuti, ha indotto Mario Draghi a constatare un "perimetro della maggioranza" ormai cambiato. E proprio il Senato ha mostrato il venir meno di quel governo di unità nazionale sulla cui base Draghi aveva accettato di insediarsi a palazzo Chigi. 

Red.

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