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Attualità | 22 luglio 2022, 09:00

Funivie e Crisi di Governo, il futuro è più che mai incerto. Ripamonti e Vazio: "Dobbiamo almeno approvare il decreto, percorso molto in salita"

Turcotto, Filt Cgil: "La nostra preoccupazione è grande perché risulta difficile scorgerne una soluzione"

Funivie e Crisi di Governo, il futuro è più che mai incerto. Ripamonti e Vazio: "Dobbiamo almeno approvare il decreto, percorso molto in salita"

Il futuro di Funivie è più che mai incerto.

Dopo il voto di fiducia che ha portato Mario Draghi a presentare le sue dimissioni al presidente della Repubblica Sergio Mattarella con il conseguente scioglimento delle Camere da parte del Capo dello Stato e l'annuncio del voto anticipato per il prossimo 25 settembre, il Governo attualmente in carica per i prossimi due mesi dovrà gestire solo l'ordinario, con decreti ed emendamenti che rischiano di slittare. 

Proprio martedì scorso in Provincia era stato fatto il punto della situazione sull'infrastruttura funiviaria con la presenza del presidente Pierangelo Olivieri, il senatore della Lega Paolo Ripamonti, il deputato del Pd Franco Vazio, i sindaci di Savona e Cairo Montenotte Marco Russo e Paolo Lambertini e le organizzazioni sindacali. 

I parlamentari savonesi avevano infatti pronto l'emendamento che avrebbe "migliorato" di fatto il decreto con al centro il completamento della funzionalità dell'infrastruttura, nuovi poteri al commissario, il presidente dell'Autorità Portuale Paolo Emilio Signorini con i suoi compiti ben dettagliati, la nomina di un sub commissario e implementare i fondi per tutelare la cassa integrazione e per l'ammodernamento della rotta funiviaria.

L'emendamento avrebbe dovuto "sbarcare" nella Commissione Trasporti mercoledì e giovedì scorsi ma chiaramente la crisi di Governo e tutto quello che è scaturito, ha di fatto slittato i lavori a martedì prossimo con la preoccupazione però (come già era stato paventato nell'incontro con la stampa a Palazzo Nervi) che in questo momento tutto rimanga fermo al palo.

"Abbiamo la commissione fissata per martedì a mezzogiorno e vediamo nel mentre. Il Decreto ha una scadenza entro 60 giorni e vedremo dal punto di vista procedurale come procedere, dobbiamo approvare almeno il decreto così com'è poi per gli emendamenti se ne occuperà il nuovo governo. Lo scopriremo solo vivendo" ha detto il senatore della Lega Paolo Ripamonti.

"È legato al perimetro delle materie ordinarie del Consiglio dei Ministri e alla conversione del decreto non si potrà mettere la fiducia. È un percorso molto in salita. Ci sta per venire addosso uno tsunami di problemi, però questa e la democrazia ma ci sono delle conseguenze alle decisioni umane" il commento del deputato del Partito Democratico Franco Vazio.

"Sono molto dispiaciuto, il lavoro fatto anche in maniera bipartisan era stato importante, eravamo arrivati all'ultimo miglio. Darò comunque la mia massima disponibilità a provare a risolvere il problema, il rischio però è che si facciano cadere gli emendamenti" ha proseguito Vazio.

Da parte sindacale è grande la preoccupazione per il prosieguo della vicenda e quindi, di conseguenza, non solo per il destino dell'infrastruttura ma anche per quello dei lavoratori: "A novembre scadono gli ammortizzatori sociali per i dipendenti, al momento, vista la crisi di Governo, la nostra preoccupazione in tal senso è grande perché risulta difficile scorgerne una soluzione", spiega il segretario provinciale Filt Cgil, Simone Turcotto.

Luciano Parodi

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