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Attualità | 20 luglio 2022, 08:08

Camminata in ricordo della strage di via D'Amelio. La presidente del Tribunale: "Falcone e Borsellino hanno rappresentato il volto rassicurante delle istituzioni"

Ieri pomeriggio si è svolta l'iniziativa nei luoghi simbolo di Savona a trent'anni dal drammatico 19 luglio 1992

Camminata in ricordo della strage di via D'Amelio. La presidente del Tribunale: "Falcone e Borsellino hanno rappresentato il volto rassicurante delle istituzioni"

"La loro immensa grandezza è stata nel sapere coniugare la tensione morale, il forte senso dello Stato con la capacità di introdurre metodologie innovative che hanno rivoluzionato il modo di lavorare e consentito di raggiungere risultati di efficienza esemplari".

Questa una parte dell'intervento della presidente del Tribunale di Savona Lorena Canaparo in occasione della camminata nei luoghi simbolo di Savona per ricordare, nel trentennale, la strage via D’Amelio in cui persero la vita il magistrato Paolo Borsellino e la sua scorta composta da Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

Il comune di Savona, il Coordinamento provinciale di Libera, il Tribunale, la Procura e il Comitato Antifascista hanno infatti dato vita da ieri ad una serie di iniziative per non dimenticare chi il 19 luglio del 1992 è stato ucciso dalla mafia.

"23 MAGGIO/19 LUGLIO 1992: due date che sono incise nella nostra memoria e nei nostri cuori. Segnano le due stragi che hanno privato l’Italia degli uomini delle scorte (e con la strage di via D’Amelio per la prima volta anche di una donna, l’appartenente alla Polizia di Stato Emanuela Loi), della collega Francesca Morvillo (moglie di Falcone) e dei due Magistrati che hanno rappresentato e rappresentano il modello per eccellenza dell’essere magistrato. Falcone e Borsellino sono stati per molti di noi ( e io sono tra quelli) il mito, l’emblema dell’Italia migliore, hanno rappresentato il volto rassicurante delle Istituzioni, l’esempio forse irraggiungibile e la spinta ideale per intraprendere questa professione - ha detto la presidente del Tribunale - Sono riusciti per la prima volta ad istruire processi conclusi con la condanna agli ergastoli per i vertici mafiosi (condanne confermate fino alla Cassazione), Falcone al Ministero ha ideato la struttura della Procura Nazionale quale strumento di coordinamento nazionale della lotta alle mafie".

"Questa camminata organizzata in modo da toccare luoghi simbolici della città ha un titolo molto bello "'Le loro idee camminano sulle nostre gambe' (titolo che prende spunto da una delle frasi più citate di Falcone). Ho pensato che fosse allora in questa occasione importante soffermarsi su alcune delle frasi simbolo di Paolo e Giovanni che meglio rappresentano le loro idee per consegnarle idealmente e principalmente ai giovani (come peraltro hanno cercato in prima persona di fare per tutta la vita Paolo e Giovanni) affinchè siano davvero spunto di riflessione continua" conclude Lorena Canaparo.

Di seguito alcune frasi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino lette ieri davanti al Palazzo di Giustizia savonese:

Credo che ognuno di noi debba essere giudicato per ciò che ha fatto. Contano le azioni non le parole. Se dovessimo dar credito ai discorsi, saremmo tutti bravi e irreprensibili. (Giovanni Falcone)

Possiamo sempre fare qualcosa (Paolo Borsellino)

La mafia non è affatto invincibile. È un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio, e avrà anche una fine. Piuttosto bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave e che si può vincere non pretendendo eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni. (Giovanni Falcone)

La lotta alla mafia dev’essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità. (Paolo Borsellino)

La mafia non è una società di servizi che opera a favore della collettività, bensì un’associazione di mutuo soccorso che agisce a spese della società civile e a vantaggio solo dei suoi membri. (Giovanni Falcone)

La mafia, lo ripeto ancora una volta, non è un cancro proliferato per caso su un tessuto sano. Vive in perfetta simbiosi con la miriade di protettori, complici, informatori, debitori di ogni tipo, grandi e piccoli maestri cantori, gente intimidita o ricattata che appartiene a tutti gli strati della società. Questo è il terreno di coltura di Cosa Nostra con tutto quello che comporta di implicazioni dirette o indirette, consapevoli o no, volontarie o obbligate, che spesso godono del consenso della popolazione. (Giovanni Falcone)

La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine. (Giovanni Falcone)

Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio: o si fanno la guerra o si mettono d’accordo. (Paolo Borsellino)

L’impegno contro la mafia non può concedersi pausa alcuna, il rischio è quello di ritrovarsi subito al punto di partenza. (Paolo Borsellino)

Che le cose siano così, non vuol dire che debbano andare così, solo che quando si tratta di rimboccarsi le maniche ed incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare, ed è, allora, che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare. (Giovanni Falcone)

Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola. (Paolo Borsellino)

La paura è normale che ci sia, in ogni uomo, l’importante è che sia accompagnata dal coraggio. Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, sennò diventa un ostacolo che ti impedisce di andare avanti. (Paolo Borsellino)

L’importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio ma incoscienza. (Giovanni Falcone)

Non rimpiango niente, anche se a volte percepisco nei miei colleghi un comprensibile desiderio di tornare alla normalità: meno scorte, meno protezione, meno rigore negli spostamenti. E allora mi sorprendo ad aver paura delle conseguenze di un simile atteggiamento: normalità significa meno indagini, meno incisività, meno risultati. E temo che la magistratura torni alla vecchia routine: i mafiosi che fanno il loro mestiere da un lato, i magistrati che fanno più o meno bene il loro dall’altro, e alla resa dei conti, palpabile, l’inefficienza dello Stato. (Giovanni Falcone)

Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande. Si muore spesso perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno. In Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere. (Giovanni Falcone)

Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini. (Giovanni Falcone)

Luciano Parodi

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