“C'è un rischio concreto che si rallentino i prossimi investimenti, mentre quelli già firmati andranno avanti, così come l'Italia andrà avanti senza il governo Draghi”. Lo ha detto il presidente della Regione Giovanni Toti a margine della firma del protocollo d'intesa con i sindacati per la partecipazione e il confronto nell'ambito del PNRR e del piano nazionale per gli investimenti complementari approvato dalla Giunta la scorsa settimana.
“È chiaro – ha aggiunto Toti - che il Pnrr è solo ai primi vagiti, siamo ai primi mesi di programmazione, abbiamo un lungo tratto di strada da fare e l'interlocuzione con il governo è appena cominciata. È abbastanza evidente che un'interruzione del governo Draghi farebbe perdere alle istituzioni locali un interlocutore per i prossimi mesi”.
Preoccupazione è stata espressa anche da Maurizio Calà, segretario generale Cgil Liguria.
“La crisi è indubbiamente un problema per tutti, perché mette a rischio il percorso. Non c'è dubbio che in quel governo ci sia una maggioranza molto eterogenea e anche in queste vicende purtroppo abbiamo visto spesso una situazione non gestibile tra i partiti, ci vorrebbe un senso di responsabilità generale che ci porti, come nel caso della firma di oggi, a una discussione ne, merito e non sulla base delle giacche di partito che spesso ci si mette addosso. Noi, come organizzazioni sindacali siamo interessati a una discussione di merito che vada in funzione dello sviluppo e della condizione sociale. La preoccupazione per la perdita dei finanziamenti per le infrastrutture è molto forte, siamo in mezzo a una guerra che farà schizzare in alto i prezzi, già si è visto con la vicenda della diga. È chiaro che in questa vicenda bisognerà sedersi e capire davvero, non bisogna chiudere gli occhi, c'è un aumento oggettivo dei prezzi, chiediamo che si facciano dei tavoli, per esempio sulla diga con il Ministero, la Regione, l'Autorità Portuale, i soggetti che in qualche modo dovranno gestire la partita e ovviamente noi organizzazioni sindacali siamo interessati a capire come finisce”.
Sul protocollo firmato oggi, Toti ha commentato: “E' l'ennesimo nuovo passo di un rapporto costruito con le organizzazioni sindacali che ci ha portato alla firma di molti protocolli d'intesa, da quelli che riguardano le politiche fiscali sui più deboli, a quelli dei cantieri sulla sicurezza e oggi il tavolo sulla gestione degli investimenti del Pnrr che prevede un tavolo di monitoraggio e consultazione che di fatto rende a un livello concertativo più avanzato tutto quello che si investirà nella nostra regione. Questa firma cade, cosa non voluta, ma evidentemente simbolica, in un giorno importante per la tenuta del governo italiano, quindi nel proseguo di un Pnrr che ha bisogno di un confronto tra le organizzazioni sindacali, le amministrazioni del territorio, le parti datoriali, ma ha altrettanto bisogno di avere un interlocutore a Roma perché, ricordiamo, il piano è nazionale e gli investimenti vengono indirizzati e gestiti da Roma”.
Gianni Berrino, assessore regionale al lavoro, presente alla firma, a proposito dei punti cardine del protocollo d'intesa ha spiegato: “Si tratta di un accordo con le sigle sindacali sui fondi complementari e su come il Pnrr sulla parte regionale atterra di qua al 2026 sul territorio ligure al fine di creare sviluppo, infrastrutture e tutelare e creare nuova occupazione. Questo accordo troverà una sua parte molto importante nel progetto di occupabilità sviluppato attraverso i fondi del Pnrr che vale per la Liguria circa 105 milioni, che dovrà rendere occupabili circa 14500 persone all'anno che nei disegni del governo dovranno trovare occupazione nei settori che il Pnrr riuscirà a sviluppare attraverso la transizione ecologica, digitale e lo sviluppo delle infrastrutture”.
Per le organizzazioni sindacali, Calà ha spiegato: “E' un'occasione, quella del Pnrr che non possiamo perdere, sia come regione che come Paese. Dall'altra parte c'è la discussione su come attivarlo, deve avere tre caratteristiche: fornire maggiori servizi alle persone, deve essere un elemento per lo sviluppo centrale delle imprese, e l'altra grande questione per noi vincolante è la capacità di produrre nuova occupazione, buona e stabile. Questi sono i tre elementi su cui bisogna fare una discussione con la Regione per riuscire a indirizzare il Pnrr”.
Luca Maestripieri, segretario generale della Cisl Liguria ha aggiunto: “Sta già arrivando una montagna di risorse che devono servire per portare benefici. Una cosa semplice e banale da dire, ma fino a oggi a noi mancava lo strumento per verificare le reali ricadute su persone, lavoratori, famiglie e pensionati. Cosa sta producendo questa ingente quantità di risorse che dovremo in gran parte restituire alle'Europa rispetto alla nostra regione? 7 miliardi sono tanti, devono servire a fare le infrastrutture, a fare la transizione ecologica e digitale, ma soprattutto a portare più benessere ai cittadini della nostra regione, a partire dai posti di lavoro come quantità, ma anche qualità. Impossibile fare una stima preventiva dei posti di lavoro generati dalla semina di risorse che si disperdono nei rivoli, perché ci sono i bandi a cui partecipano le aziende. Il lavoro che dobbiamo fare, e questo protocollo ci potrà aiutare, è quello di portare a sintesi questa dinamica che è complessa e rischia di sfuggire al controllo verifica e monitoraggio delle organizzazioni sindacali che hanno l'interesse a portare avanti una maggiore opportunità di crescita occupazionale sia qualitativa che quantitativa”.
Mario Ghini, segretario generale della Uil Liguria, infine: “Un protocollo che ci permette di affrontare i temi, gli investimenti, le ricadute occupazionali del prossimo futuro. Sicuramente è un modo di affrontare la gestione del Pnrr diverso da quello che abbiamo fatto fino a oggi, quindi non informative ampie, ma nel dettaglio che ci permettono di analizzare i progetti e i bandi ogni volta che usciranno”.
Ciascun tavolo sarà convocato con regolarità e potranno essere invitati i rappresentanti delle amministrazioni. Gli incontri si concentreranno sull’attuazione degli interventi e dei progetti di investimento, sulle riforme settoriali, sulle ricadute economiche e sociali, sugli effetti sulle filiere produttive e industriali, ma anche l'impatto diretto e indiretto sui territori e i vari settori socioeconomici, con una particolare attenzione sulle ricadute riguardanti le condizioni di lavoro e l'occupazione. Oltre a questo, i tavoli si concentreranno sul monitoraggio della transizione digitale ed ecologica, sull’occupazione giovanile e femminile, sulla coesione territoriale e sull’inclusione sociale con specifico riferimento alle persone fragili, con disabilità e non autosufficienti. I momenti di confronto approfondiranno il tema dell'utilizzo delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza e del Piano nazionale complementare anche in relazione agli interventi previsti dai Fondi strutturali e di investimento europei e dal Fondo per lo sviluppo e la coesione.
In particolare si tratteranno i temi delle politiche necessarie ad assicurare processi di riconversione (come automotive, energie rinnovabili, siderurgia, economia circolare, digitalizzazione e sistemi di reti di telecomunicazioni, Pubblica amministrazione) con particolare riferimento alle politiche industriali.
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