Attualità - 19 luglio 2022, 09:15

Trent'anni dalla strage di via d'Amelio, Centi: "Manca fiducia nello Stato, bisogna fare sforzi per combattere l'omertà in Liguria"

"Dopo le assoluzioni del Tribunale di Caltanissetta per i depistaggi, non stupisce che chi fu vicino a Borsellino non partecipi alle commemorazioni"

Il presidente della Commissione Regionale Antimafia, Roberto Centi si esprime nel trentennale della Strage di Via d'Amelio in cui persero la vita Paolo Borsellino e gli agenti di scorta: “Nel trentennale dalla strage di via D'Amelio a Palermo, abbiamo il dovere civico e morale di ricordare la figura di Paolo Borsellino e gli agenti della scorta che persero la vita insieme a lui: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Insieme a loro, abbiamo anche il dovere di ricordare la necessità di verità sul depistaggio delle indagini, sulle responsabilità non accertate e sulle zone d'ombra dello Stato”. 

Centi continua rilevando come l'anniversario coincida con le assoluzioni del Tribunale di Caltanissetta nei confronti di quello chiamato da alcuni il più grande depistaggio d'Italia, in cui sono stati cinvolti tre poliziotti e un falso pentito - "Non mi stupisce quindi che l'unico sopravvissuto a quella strage, Antonino Vullo, e tutte le persone più vicine a Paolo Borsellino oggi abbiano deciso di non partecipare alle commemorazioni per il trentennale”.

“In Italia le cose non si sanno mai fino in fondo – attacca il consigliere regionale -. Troppe sono ancora le zone d'ombra, troppe le responsabilità non accertate, troppa la solitudine istituzionale e personale in cui furono fatti vivere e morire Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. C'è qualcosa che non va in questo Paese e che fa venir meno la fiducia nello Stato e nelle sue istituzioni”.

“Questa storia ci deve far raddoppiare gli sforzi per combattere la criminalità organizzata e l'omertà qui in Liguria – sottolinea, poi portando l'attenzione sulla Liguria, dove troppo spesso la presenza mafiosa è stata ignorata o sminuita -. Abbiamo a che fare con un fenomeno mafioso che ormai si muove sottotraccia, radicato e pervasivo, con realtà consolidate in tutte le province, perfettamente inserite nei gangli imprenditoriali, amministrativi, professionistici e politici della Liguria”.

“Nel lavoro della Commissione Regionale Antimafia, che presiedo, sono emerse problematiche relative alla presenza della criminalità organizzata soprattutto nel settore degli appalti e nelle strutture turistico/alberghiere, problemi relativi al fenomeno dell'usura, delle ecomafie e la forte presenza del traffico di stupefacenti nei porti liguri (oltre il 39% della cocaina sequestrata in Italia sta passando dai porti di Genova, Vado e La Spezia) – conclude Centi -. Oltre a far emergere queste situazioni abbiamo anche il dovere di far approvare leggi che permettano di combattere in maniera efficace il fenomeno mafioso. In tal senso sono convinto che sarà molto importante la proposta di legge che ho depositato, e che sta seguendo il suo iter in Commissione, per snellire le procedure di assegnazione dei beni confiscati alle mafie”.

Redazione