Attualità - 12 luglio 2022, 07:19

Il sorriso accogliente di don Carlo veglierà su Finalpia: svelata la scultura in suo ricordo (FOTO)

Grande festa per la comunità finalese che ha celebrato, nel giorno di San Benedetto, Santo Patrono d'Europa, il suo monastero e i suoi frati

Vi è stato un tempo dove l'oratorio, inteso come luogo fisico e non solo, era ancora forte polo attrattivo per decine e decine di giovani. Un tempo durato generazioni a Finalpia, grazie all'impegno di una comunità religiosa e di un suo figlio, cresciuto e divenuto nel tempo guida e padre spirituale per molti altri.

E anche ora che ha lasciato questa vita terrena il suo insegnamento, il suo saper accogliere a braccia aperte degnamente raffigurato dallo scultore Pietro Marchese, sarà lì a ricordare chi è stato e quale eredità ha lasciato don Carlo Sciandra.

Nel giorno della festa di San Benedetto è stata svelata ai finalesi la stele raffigurante il monaco scomparso due anni or sono, fortemente voluta dai parrocchiani del rione dove il frate benedettino ha operato per anni, ora sistemata nella suggestiva atmosfera del chiostro del monastero benedettino prima di essere trasferita in piazza Abbazia, una volta terminati i lavori di riqualificazione della stessa. 

L'inaugurazione con la benedizione impartita dal vescovo Calogero Marino è giunta al termine della Santa Messa del pontificale per la festa del fondatore dell'ordine legato alla regola "ora et labora" e per il centocinquantesimo anniversario di fondazione della Congregazione Sublacense, di cui fa parte il monastero, nata per opera dell’abate Pietro Francesco Casaretto.

A celebrare la funzione l'arcivescovo emerito di Genova il cardinal Bagnasco, che nella sua omelia ha sottolineato la "missione spirituale, sempre attuale anche se non riconosciuta", lasciata dal Santo Patrono d'Europa, il suo insegnamento "non solo religioso ma anche sociale", con chiaro riferimento al conflitto in corso proprio nel cuore del Vecchio Continente. Da qui l'ex presidente della Conferenza Episcopale Italiana ha evidenziato l'importanza della vita monasteriale benedettina, quella di "faro" per la comunità anche odierna nel cercare Dio.

Ad aprire la funzione è stato però il priore, don Franco, che nei giorni scorsi aveva ricordato la figura di don Carlo e ciò che la rappresentazione bronzea inaugurata rappresenta: "Non si tratta di una mera riproduzione delle sue fattezze ma un simbolo di appartenenza all’oratorio, al monastero, all’ordine dei Benedettini e alla parrocchia. Di ogni parrocchiano don Sciandra conosceva il nome, le delusioni, le preoccupazioni, le gioie. Rivolgendo lo sguardo all’effige bronzea i giovani di domani potranno sentirsi raccontare da un anziano la storia di un monaco, un sacerdote, un uomo, che ha donato tutta la sua vita per il bene di una comunità, vivendo appieno l’amore cristiano per il prossimo. Gli anziani potranno salutarlo sussurrando 'Ciao, don!', come amava essere chiamato".

"Per tutti i nati dal 1940 in poi all'incirca, don Carlo è stato un punto di riferimento. Tutti ricordiamo la sua disponibilità inesauribile e il suo sorriso accogliente" ha aggiunto il sindaco Ugo Frascherelli davanti a una numerosa folla di partecipanti nutrita dai rappresentanti delle Forze dell'Ordine finalesi e non (presente il comandante provinciale dei carabinieri Reginato), dal Questore Alessandra Simone e dal Prefetto Enrico Gullotti.