Attualità - 18 giugno 2022, 13:13

Borgio punta sulle sue radici e riscopre il "Castellaro" di Verezzi, un patrimonio storico dell'Età del Ferro da valorizzare

L'evento, a cui seguirà una visita nel pomeriggio, organizzato nell'ambito delle “Giornate Europee dell’Archeologia”

Si è svolto stamane presso il Teatro Gassman di Borgio Verezzi, in occasione delle “Giornate Europee dell’Archeologia”, l'incontro di studio dedicato al Castellaro di Verezzi.

L'evento, presentato alla stampa nei giorni scorsi (leggi QUI), ha illustrato le potenzialità e le ricadute del progetto “Alle origini delle nostre borgate. La riscoperta del Castellaro di Verezzi”, ma ha anche inquadrato sotto diverse angolazioni il sito archeologico con interventi del sindaco Renato Dacquino, di Marta Conventi (funzionaria archeologa SABAP), Michela Tornatore (archeologa professionista), Elisa Bianchi e Daniele Arobba (conservatore e direttore del Museo Archeologico del Finale).

L’incontro e il dibattito sono stati moderati dall’archeologo Andrea De Pascale, dirigente dei Servizi didattici del Comune di Genova. All’appuntamento hanno preso parte esponenti delle Associazioni (Lorenzo Bergallo presidente di Vivere Verezzi, Alice Salvatico capogruppo dei giovani FAI, Barbara Bugini presidente regionale di Faita Liguria, Carlo Scrivano direttore provinciale albergatori, Gabriello Castellazzi ambientalista ed esperto del territorio, Marco Cavalleri presidente della SMS Concordia) formulando proposte e offrendo spunti di riflessione. L'occasione è stata utile anche per il confronto con la Comunità locale giunta in buon numero per assistere all'iniziativa.

Il progetto “Alle origini delle nostre borgate. La riscoperta del Castellaro di Verezzi” è nato alla fine del 2019 grazie all’iniziativa del Comune di Borgio Verezzi (ente promotore) e al coinvolgimento della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Imperia e Savona (SABAP) e del Museo Archeologico del Finale (MAF), quali enti di tutela, valorizzazione, musealizzazione e ricerca scientifica sul territorio, che hanno stilato un documento congiunto precisando obiettivi, fasi di sviluppo e risultati attesi, nella previsione di un percorso di lavoro di durata biennale.

Il sito archeologico detto “Castellaro di Verezzi”, dopo le prime segnalazioni del 1967, fu oggetto di sporadiche indagini di superficie e solo vent’anni dopo furono realizzati due saggi di scavo che permisero d’inquadrare l’occupazione dell’area nella media/seconda età del Ferro (tra VI e III secolo a.C.) con una frequentazione che si protrasse, sulla base dei frammenti ceramici rinvenuti, probabilmente fino all’età romana repubblicana.

Nella nostra regione sono noti circa cinquanta “castellari”, la maggioranza dei quali è ubicata nella Liguria di Ponente. Si tratta d’insediamenti d’altura o abitati protostorici, spesso protetti da contrafforti naturali ben difendibili, che rientrano nella tipologia dei siti fortificati degli antichi Liguri preromani.

Nell’area geografica circostante Borgio Verezzi sono note diverse strutture in pietra a secco riconducibili a tali impianti e che si riferiscono a un ampio arco cronologico, tra l’età del Bronzo medio (XVI-XIV sec. a.C.) e l’età del Ferro (IX-II sec. a.C.). In particolare si tratta dei siti di Sant’Antonino di Perti, di Bric Reseghe e del Villaggio di Rocca di Perti nel Finalese, ma troviamo strutture analoghe anche a Pietra Ligure al Monte Trabocchetto e a Bergeggi al Monte Sant’Elena.

Prima che venisse avviato il progetto, il Castellaro di Verezzi appariva pressoché abbandonato e un solo cartello, ormai in pessimo stato, indicava nelle vicinanze l’interesse archeologico del luogo. Oggi, a due anni di distanza dall’inizio dei lavori, si registra con una certa soddisfazione che buona parte degli obiettivi programmati sono stati raggiunti, sia sotto l’aspetto della tutela, sia della sua valorizzazione.

Nel primo pomeriggio (ore 14.00-16.00) è prevista un’escursione guidata lungo l’itinerario archeologico con partenza da Verezzi-Località Crosa.