Solo la cura, l'attenzione possono mitigare i danni terribili della trascuratezza. E quale miglior testimone di questa riflessione vi è al mondo se non l'arte.
Nitido esempio giunge da Spotorno, la cui comunità da quest'oggi potrà tornare ad ammirare una stupenda tavola lignea originaria del '400 lunga 2,22 metri e larga 78 cm raffigurante l'Annunciazione a Maria scoperta nel 2017 quando, durante alcune pulizie nell'oratorio della Santissima Annunziata alcuni membri dell'omonima confraternita scorsero, nel retro di una vecchia credenza alcune tracce di colore.
Allertato il restauratore Andrea Semeria quest'ultimo, una volta smontati con estrema cautela i cassetti della parte centrale e aver applicato la permetrina al fondo, si accorse che sulla tavola di fondo si notava una volto, poi un secondo, un'aureola e altri dettagli. Non vi era dubbio: si trattava di un dipinto.
Allertata la Sovrintendenza, l'opera è stata affidata a quest'ultima per il restauro e da ora sarà nuovamente a disposizione dei visitatori negli orari di apertura dell'oratorio.
A esporre le risultanze degli studi svolti sull'opera, in particolare sulle sue origini, è stata la dottoressa Masi della Sovrintendenza, ricostruendo i momenti della riscoperta dell'opera, i passaggi del restauro e soprattutto le ricerche sulla sua storia: "Documenti che attestino chi sia l'autore al momento non ne sono stati trovati, nonostante le numerose ricerche presso l'Archivio Diocesano. Però sono chiare le molte consonanze con la bottega di Giovanni Mazzone, in particolare la personalità più vicina tra quelle dei suoi collaboratori è quella di Nicolò Corsi".
"Tuttavia - aggiunge la dottoressa Masi - occupandosi delle tecniche è risultato come il lavoro sia difficilmente incanalabile in quella mano, ma parliamo sempre di un pittore in ambito ligure-padano negli ultimissimi anni del '400".
Anche sull'originaria collocazione restano dubbi, ma una cosa pare certa: "Per le evidenze materiali, le tracce rimaste e vari elementi utili a incastrarla con altre assi, sappiamo si tratta dell'elemento centrale di un polittico molto grande, indicativamente un'opera alta 3 metri e larga circa 2 metri. Incrociando questo dato coi documenti Cinquecenteschi si pensa fosse sull'altare maggiore della parrocchiale e da lì, dopo aver subito dei danneggiamenti, posta in secondo piano nel coro".
Da lì cominciò, probabilmente, un progressivo "disimpiego" dell'opera, culminato con lo spostamento nell'oratorio, danneggiato a sua volta durante l'occupazione napoleonica.
Nei dettagli più tecnici è invece sceso lo stesso dottor Vassallo. La prima fase svolta in loco, dove la tavola è stata estratta dall'armadio e fissata con tre aste metalliche per garantirne la stabilità. Dopodiché è stata trasportata nei laboratori genovesi dove, poco alla volta e con estrema perizia, si è arrivati allo strato originario sommerso da un corposo strato di residui di varia natura, concludendo quindi con la verniciatura.
Alcune "cicatrici" del tempo e dell'uso improprio di questa imponente tavola di pioppo sono state lasciate volutamente a vista a testimonianza del reimpiego dal quale è riemersa.
Il sindaco Fiorini ha voluto quindi ringraziare gli enti che si sono presi cura dell'opera, i professionisti che hanno riportato alla luce la bellezza del dipinto e i membri della confraternita "che ci hanno permesso di conservare l'opera negli anni e restituirla alla comunità di Spotorno".
"Mi piace pensare la Madonna si sia voluta far ritrovare e grazie all'intervento di moltissime persone che si sono impegnate, hanno sacrificato il loro tempo e speso le proprie energie quest'oggi siamo qui" ha affermato commosso il priore della Confraternita dell'Annunziata.
Alle parole di gratitudine espresse dal sindaco e dal priore si sono unite anche quelle del parroco don Danilo, che ha invitato in momenti difficili come quelli odierni a seguire la "stella di Maria, come diceva San Bernardo", e quelle di Sua Eccellenza monsignor Calogero Marino, vescovo di Savona: "La prima lezione impartita quest'oggi è quella della positiva sinergia tra Sovrintendenza e confraternita, religioso e civile. La seconda cosa che mi ha fatto pensare è quanti danni produce la trascuratezza e quante cose fa la cura, l'attenzione di cui l'arte è testimone privilegiata".