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Attualità | 12 maggio 2022, 13:09

Cima Montà, Ata diffida il comune di Savona. Assessore Auxilia: "Situazione spiacevole ma credito non iscritto a bilancio"

Richiesti 1 milione e 800mila euro. Consigliere Orsi: "Se è una boutade e non esiste, credo sia doveroso per l'ente una risposta di toni adeguati"

Cima Montà, Ata diffida il comune di Savona. Assessore Auxilia: "Situazione spiacevole ma credito non iscritto a bilancio"

"Chiaramente ci farebbe piacere che Ata rinunciasse a questa richiesta, ma non possiamo che prendere atto che ad oggi non hanno reiterato la richiesta e non hanno iscritto a bilancio questo credito, così come non è iscritto a debito nel bilancio comunale".

L'assessore al bilancio Silvio Auxilia ieri nel corso della prima commissione consiliare a Savona con al centro il bilancio ha risposto alle richieste di delucidazioni della minoranza in merito all'avvio di un procedimento di diffida contro il comune della società partecipata in relazione alla discarica di Cima Montà con l'amministrazione comunale che aveva affidato ad un legale che aveva già trattato in passato l'argomento, l'avvocato Corrado Mauceri, la tutela dell'ente nell'attività stragiudiziale.

Lo scorso 20 settembre Ata, tramite l'invio di una posta certificata con la firma dell'amministratore unico Gianluca Tapparini, aveva deciso di diffidare il comune con lo scopo di adempiere al pagamento degli oneri di chiusura e gestione della discarica presente in località Cima Montà, inattiva dal 2007, assegnando il termine di 60 giorni per corrispondere la somma di 1.8 milioni di euro che sarebbe stata la cifra pagata dal 2009 e fino al 2018.

A questi si aggiungono i 5.8 milioni di euro che i savonesi stanno pagando come tassazione in più, l'1%, nelle rate della Tari. La decisione era stata presa tre anni fa dall'assessore al bilancio dell'epoca Silvano Montaldo che per salvare l'azienda dal fallimento e far partire il concordato preventivo (se Ata avesse dovuto accollarsi quella cifra probabilmente il curatore fallimentare non avrebbe accettato di dar via al concordato e l'azienda avrebbe chiuso i battenti) aveva deciso che la spesa di chiusura e gestione "post mortem" della discarica sarebbe andata a carico dei savonesi nella tassa sui rifiuti.

Il comune per il 2018 aveva già stanziato 125mila euro e per il 2019 invece da bilancio erano stati previsti 475mila euro. All'anno per 30 anni 186mila euro copriranno i lavori che Ata dovrà effettuare per la chiusura e la gestione.

"Nel momento in cui un ente decide di formalizzare tramite una pec che viene trasmessa alla voce diffida, a un altro ente che è il soggetto che è il suo concedente un servizio e socio, facendo richiesta di un milione e 800 mila euro - ha detto il consigliere di Toti per Savona Fabio Orsi - è una richiesta formale che merita tutti gli eventuali adempimenti anche contabili, altrimenti diventa una operazione strumentale, molto pericolosa soprattutto nel periodo in cui è stata fatta con un'amministrazione appena insediata ma che si intende spendersi sul tema dei rifiuti, che finanzia un progetto di pulizia straordinaria e in quella fase arriva la richiesta di una cifra consistente soprattutto su una voce molto delicata, obbligatoria per legge e nel caso in cui non fosse stata correttamente rispettata chiami a responsabilità chi doveva prevederla e non l'ha prevista".

"Se è una boutade e non esiste, credo sia doveroso per l'ente una risposta di toni adeguati e anche sotto il profilo della tutela dei diritti, una diffida per un debito non adempiuto è una cosa grave anche a livello di immagine, se la richiesta è fondata è giusto capire a che punto stiamo" ha proseguito il consigliere di minoranza.

"Ata ha fatto questa richiesta prima dell'insediamento di questa amministrazione, non ha effettuato ulteriori azioni e l'amministrazione sta ancora esaminando la situazione e ha svolto le prime considerazioni. E' una situazione spiacevole ancora di più che Ata è una società partecipata a stragrande maggioranza del comune di Savona" ha concluso l'assessore Auxilia.

Luciano Parodi

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