Politica - 20 aprile 2022, 15:47

"Messa alla prova" dei condannati, il consigliere Bozzano: "Venga semplificata la procedura per gli enti interessati"

Approvato all'unanimità un odg in consiglio regionale: "Istituire un organo intermedio tra l’autorità giurisdizionale competente e l’ente pubblico designato"

"Il Consiglio Regionale ha approvato all’unanimità il mio ordine del giorno ad oggetto 'costituzione commissione territoriale per la gestione dei programmi riabilitativi preventivi e successivi alla condanna', con cui si chiede al presidente Toti e alla Giunta regionale di intervenire presso il Governo perché sia semplificata la procedura a carico dell’ente che si rende disponibile a far svolgere la misura al condannato". Ad affermarlo, in una nota, il consigliere regionale di Cambiamo!, Alessandro Bozzano.

"La 'messa alla prova preventiva' - spiega il consigliere - è un elemento dell’ordinamento giuridico di grandissima importanza, che mette in pratica la riabilitazione del condannato per reati minori attraverso lavori socialmente utili. La misura è però fortemente limitata da burocrazia e adempienze, tanto che è sempre più difficile trovare un ente, un Comune o un’associazione, che si renda disponibile a far svolgere la 'messa alla prova'". 

"Per aderire, il condannato deve infatti avvalersi di associazioni, strutture, Comuni e altri soggetti che, attraverso un protocollo d’intesa con le locali Procure, manifestino la disponibilità a partecipare al procedimento, consentano quindi al condannato di svolgere attività socialmente utili - aggiunge Bozzano - Ciò prevede però tutta una serie di adempimenti a carico degli enti, che spesso non sono in grado di assolvere: per i lavori manuali, ad esempio, è necessario fornire la dotazione di materiale antinfortunistico, l’abbigliamento, nonché visite mediche e regolare assicurazione; è inoltre prevista una costante attività di controllo. Il risultato è che gli enti aderiscano timidamente al protocollo d’intesa con le locali Procure, rendendo sempre più corta la lista dei soggetti disponibili a partecipare al procedimento".

"Per non gravare sull’ente, basterebbe procedere con l’istituzione di un organo intermedio tra l’autorità giurisdizionale competente e l’ente pubblico designato, affinché questo provveda all’attività di controllo nonché alla fornitura del materiale idoneo e alle necessarie visite mediche. Sgravando gli enti si otterrebbe un doppio risultato: dare la possibilità al condannato di intraprendere il percorso di riabilitazione sociale, fornendo inoltre un aiuto concreto a Comuni o enti pubblici nello svolgimento di alcuni servizi" conclude il consigliere varazzino. 

Redazione