Una clamorosa spaccatura sul tema più caldo e caro ai cittadini del comprensorio ingauno che vedono sfumare la chimera di un’unità di intenti politica, scevra di campanilismi, nella lotta di massa per riavere il Pronto Soccorso ad Albenga.
Un Consiglio comunale segnato fortemente dai toni all’acido muriatico, da divisioni e accuse della minoranza verso la politica fallimentare e “senza attributi” della maggioranza e una conclusione che ha lasciato certamente l’amaro in bocca: non essere riusciti ad essere portavoci univoci dei bisogni manifestati a gran voce dei cittadini. Un epilogo che fa calare una nebbia ancora più fitta sul futuro del nosocomio ingauno.
Dopo un incontro a porte chiuse il 6 aprile scorso in cui la minoranza chiedeva di spostare il Dea di secondo livello dal Santa Corona di Pietra Ligure al Santa Maria di Misericordia di Albenga, che non ha trovato l’accordo con la maggioranza, è stato convocato un consiglio comunale straordinario dai consiglieri Calleri, Ciangherotti, Distilo e Porro avente a oggetto il “Raddoppio ospedale Santa Maria di Misericordia di Albenga”.
Ieri sera, 13 aprile, da una parte la minoranza con una delibera, dall’altra la maggioranza con la stessa emendata: insieme non sono riusciti a fare fronte comune e a trovare l’accordo per stilare un testo condiviso da presentare al presidente della Regione Toti, che lo scorso febbraio ha tolto ogni speranza: Albenga non riavrà il Pronto Soccorso, perché a pochi chilometri di distanza c’è il Dea di secondo livello di Pietra Ligure che verrà potenziato. Da lì la mobilitazione di massa, con manifestazioni pacifiche e civili, senza colore politico, mai contro il Santa Corona, ma a favore di una riapertura del Pronto Soccorso ingauno per oggettive motivazioni.
Poi la delibera proposta dalla minoranza che si sviluppa in tre punti sostanziali: l’immediata riapertura del Punto di Primo Intervento h24 al Santa Maria di Misericordia; predisporre quanto necessario per il raddoppio del medesimo ospedale senza interruzione di servizio; attuazione del progetto di complementarietà tra ospedale Santa Maria di Misericordia di Albenga e Santa Corona di Pietra Ligure trasferendo in Albenga il Dea di secondo livello e con esso i reparti necessari al suo regolare funzionamento, creando così un polo ospedaliero tra Albenga e Pietra Ligure di grande modernità, funzionalità ed eccellenza.
È sull’ultimo punto che si crea la spaccatura. Il sindaco Riccardo Tomatis, appoggiato nelle dichiarazioni dalla maggioranza, ha infatti affermato: “Nessun taglio o riduzione dell’offerta sanitaria del ponente ligure, ma riaperture e potenziamento dei servizi ai cittadini! Non possiamo esserci già dimenticati quello che l’esperienza Covid dovrebbe averci insegnato: è fondamentale investire sulla sanità”.
“Siamo appena usciti dalla pandemia Covid che ha evidenziato una grave carenza sanitaria determinata dalla politica di tagli fatta negli ultimi 20 anni - continua -. Quando eravamo in piena emergenza abbiamo sempre detto: “mai più tagli alla sanità”, oggi è impensabile chiedere che venga chiuso un Dea di II livello per spostarlo da un’altra parte. Dobbiamo chiedere che ci sia un’apertura dei reparti, non una chiusura”.
“Tra l’altro, questo non farebbe che spostare il problema da un territorio all’altro oltre ad essere una proposta moralmente inaccettabile. Noi stiamo lottando da anni per avere un Pronto Soccorso ad Albenga, come possiamo chiedere di sguarnire un altro territorio di reparti di emergenza fondamentali facendo subire loro le stesse cose per le quali noi stiamo lottando oggi?”, chiede il primo cittadino.
“Non dobbiamo chiedere chiusure, ma dobbiamo chiedere che ad Albenga venga aperto il Pronto soccorso, eventualmente in collaborazione con il Dea di secondo livello del Santa Corona nell’ottica dei due ospedali uniti come dovrebbe già essere. Il comprensorio ingauno deve avere un reparto che assicuri un servizio di emergenza 24 ore al giorno. Non accettiamo, inoltre, che si dica che non è possibile avere il Pronto Soccorso ad Albenga a causa delle prescrizioni contenute nel Dm 70”.
“Sul punto occorre fare una considerazione – spiega -: quando si voleva assegnare l’ospedale di Albenga ai privati il bando di gara prevedeva la riapertura del PS e siccome i privati convenzionati seguono le stesse norme del pubblico, non è pensabile che se fino ad allora il PS si poteva aprire, oggi, per legge, ciò non è più possibile. Senza contare la possibilità di andare in deroga al Dm 70 così come avvenuto in altre zone e regioni d’Italia che, avendo caratteristiche simili alle nostre - o perché durante certi periodi dell’anno si registrava un aumento delle presenze o a causa della situazione della viabilità- hanno per l’appunto ottenuto tale possibilità”.
“Con questo documento chiediamo, insomma, che non avvengano tagli ma investimenti e che l’ospedale di Albenga venga incrementato, fino anche al raddoppio! Solo così non ci troveremo a lottare continuamente per avere quei servizi e quei reparti che sono indispensabili per il nostro comprensorio”, conclude.
Così gli emendamenti proposti dalla maggioranza per voce del consigliere Emanuela Guerra: aprire un Pronto Soccorso e non un Punto di Primo Intervento ad Albenga; valutare non solo il raddoppio, ma un ampliamento del Santa Maria di Misericordia; non spostare il Dea di secondo livello da Pietra Ligure; restituzione senza indugio, da parte del presidente Toti, della delega alla Sanità.
Un incontro estemporaneo tra i capigruppo lasciava intravedere un’intesa, ma il nulla di fatto arriva poco dopo, malgrado la riflessione di Minucci, che richiama l’attenzione sui cittadini “che ci chiedono unità. Le distanze non sono enormi, veniamoci incontro, così usciamo con un documento condiviso e diamo un segnale di unione ai cittadini” e un tentativo di conciliazione da parte di Cangiano.
L’epilogo? La maggioranza ha difeso la delibera emendata con 10 voti favorevoli, la minoranza non l’ha sostenuta con 2 voti contrari, i consiglieri di minoranza Calleri e Ciangherotti, il consigliere Minucci si è astenuto e i consiglieri Distilo e Roberto Tomatis (che aveva dichiarato che non avrebbe votato se non si fosse trovato un testo condiviso) che si sono allontanati.
Il pubblico, per la prima volta in presenza dopo 2 anni, composto principalmente dai rappresentanti del comitato spontaneo pro-ospedale che, con la collaborazione dell'amministrazione, ha realizzato importanti iniziative per riavere il Pronto Soccorso ad Albenga e per tutelare il diritto alla salute di tutti i cittadini, si è alzato e, abbandonando la sala consiliare indignato, ha usato parole forti: "Vergognatevi, non fate gli interessi di Albenga".
La politica, ancora una volta, non è riuscita a dare speranza. In fondo, nessun colpo di scena. I cittadini continueranno la battaglia?