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Attualità | 08 aprile 2022, 18:40

Albenga, scappato dalla guerra in Ucraina: giovane integrato nella squadra 2006 San Filippo Neri (FOTO)

Avrebbe dovuto entrare in un’accademia sportiva poco prima che scoppiasse il conflitto contro la Russia

Albenga, scappato dalla guerra in Ucraina: giovane integrato nella squadra 2006 San Filippo Neri. Lo sport unisce

Maksym ha 15 anni e viene dall’Ucraina. Non ha avuto una vita facile, benché fosse abituato a vivere senza la mamma, in Italia da 12 anni per lavorare. Maksym ora è scappato dalla guerra, lasciando al suo paese un fratello di 22 anni, la nonna, che lo ha cresciuto, lo zio e un cuginetto. Ha anche un altro fratello di 25 anni, che vive e lavora in Polonia. Ora la vita è buia, ma fortunatamente c’è qualche piccola luce che gli illumina il cammino.

Maksym sogna di fare il calciatore. “Aveva vinto il concorso per entrare in un’accademia sportiva in Ucraina e, proprio poco prima che scoppiasse la guerra, eravamo in attesa della telefonata con cui ci avrebbero comunicato la data di ingresso. Purtroppo poi è successo ciò che tutti sappiamo e l’ho convinto a raggiungermi in Italia, ad Albenga, per metterlo al sicuro”, racconta Lesja, la mamma di Maksym, ai microfoni di Savonanews.

Qui il ragazzo ha trovato subito coetanei pronti ad accoglierlo e a farlo sentire a casa, “come in una famiglia”, ha evidenziato la mamma, presso la società calcistica San Filippo Neri di Albenga, che lo sta tesserando. “Il ragazzo è già stato integrato nella squadra del 2006, dove giocherà come difensore centrale”, spiega il dirigente tecnico della società.

Non parla italiano, ma con gli altri si capiscono alla perfezione, un po’ grazie all’aiuto dei traduttori simultanei, un po’ perché lo sport unisce e questa ne è la prova. “L’ho accompagnato al primo incontro con i compagni di squadra, grazie al permesso accordatomi dalla mia datrice di lavoro, che ha compreso che di mio figlio mi sono persa tutto. Quando aveva tre anni e mezzo ho dovuto fare la scelta molto dolorosa di lasciare i miei figli e venire a lavorare in Italia, per dare loro un futuro, permettere loro di studiare e che non mancasse nulla. Per una mamma è una cosa terribile, ma insieme abbiamo affrontato questo enorme sacrificio. Non ho ricordi, il primo giorno di scuola, di calcio o altro: nulla. Il fatto di poterlo accompagnare a conoscere i nuovi compagni di calcio ad Albenga per me è stato emozionante quanto per lui. Ancora di più quando ho visto che lo hanno accolto con calore, abbracciandolo”.

Lesja racconta la sua commovente storia e si crea subito complicità: “Anche se sono lontana dal mio Paese, il mio cuore è sempre là. La nostra famiglia è ad Ovest, dove fortunatamente si sente meno il peso della guerra, ma abbiamo il cuore in frantumi. Speriamo che quanto sta accadendo possa finire presto, anche se so che questo significherà un nuovo ‘abbandono’, perché Maksym vuole tornare in Ucraina, dove ha gli amici di sempre e la sua vita. Sarà libero di fare le sue scelte, ma se se ne andrà, mi lascerà un grandissimo vuoto”.

Nel frattempo il giovane continua a frequentare le lezioni di scuola a distanza e gli allenamenti alla San Filippo Neri, dove “sono tutti meravigliosi. Ci stanno dando un aiuto enorme, anche con gli spostamenti. Ci sentiamo coccolati, molto grati per sempre di questo”.

“In Italia tanti anni fa ho trovato il lavoro, brave persone e la serenità di poter dare un futuro ai miei figli. Oggi, nella sfortuna, sono felice che mio figlio Maksym abbia trovato un rifugio pieno di calore, grazie al grande cuore degli albenganesi”.

Maria Gramaglia - Foto di Silvio Fasano

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