Attualità - 26 marzo 2022, 15:10

Peste suina, una petizione per fermare il lockdown dei boschi liguri: "No a deroghe o altre misure"

Un gruppo di "esasperati cittadini liguri" chiedono l’immediata possibilità di poter usufruire nuovamente di tutto il territorio e lo spostamento dell’attenzione verso gli allevamenti suinicoli, con la creazione di cordoni sanitari a ridosso degli stessi

"Sono ormai più di due mesi che la peste suina africana ha fatto la sua comparsa in Liguria e Piemonte, portando con sé una sfilza di divieti, tra i quali quello alla libera circolazione che, secondo le varie istituzioni, si sono resi necessari per contenere la diffusione del virus".

Si apre così la petizione-raccolta firme pubblicata su Change.org e firmata da un gruppo di "esasperati cittadini liguri" e indirizzata al consiglio regionale della Liguria.

"Il diritto a muoversi liberamente sul territorio nazionale, sancito dall’articolo 16 della Costituzione, prevede una deroga limitata a motivi di sanità o di sicurezza, situazioni che indiscutibilmente non sussistono in questo contesto, dove è difficile identificare un settore di interesse al di fuori di quello economico. A maggior sostegno della nostra posizione, un altro articolo costituzionale, ossia il n. 41, recita 'L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi…in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana' - proseguono - Ci risulta pertanto incomprensibile come si sia potuti arrivare alle normative tuttora vigenti, privando incondizionatamente tutti noi cittadini di tali fondamentali diritti, apertamente in contrasto con la carta Costituzionale".

"Non siamo interessati né a piccole deroghe né tantomeno a qualsivoglia altra misura che limiti la libera fruizione dei sentieri del nostro territorio, già provato dalle svariate difficoltà degli ultimi anni. Riteniamo irriguardoso nei confronti di tutti gli amanti della natura nonché irresponsabile verso la salute psicofisica degli individui il protrarre della condizione attuale, insostenibile sia da un punto di vista sociale che economico" continuano.

"Esigiamo pertanto: l’immediata possibilità per i cittadini di poter usufruire nuovamente di tutto il territorio; lo spostamento dell’attenzione verso i veri destinatari delle misure, ovvero gli allevamenti suinicoli, con la creazione di cordoni sanitari a ridosso degli stessi; il rifiuto da parte delle istituzioni all’applicazione di norme in violazione dei diritti fondamentali dell’individuo - concludono - Pretendiamo una collaborazione attiva, che valorizzi il cittadino, che lo inserisca al centro del progetto invece che estrometterlo dalla propria casa naturale".