Attualità - 12 marzo 2022, 10:02

Utilizzare fondi per spostamento a monte ferrovia per potenziare sanità savonese: la proposta del Comitato Territoriale Borghetto-Bastia-Leca-Salea d’Albenga

“Un cittadino di Cairo Montenotte o di Cengio deve avere lo stesso diritto alle cure rispetto a uno di Savona, di Ortovero o di Andora”

Utilizziamo i 2 miliardi 150 milioni di euro, previsti per lo spostamento a monte della ferrovia nel ponente savonese, per potenziare la sanità savonese”. È questa la proposta del Comitato Territoriale, che ha unito Borghetto S.S.  alle frazioni ingaune di Bastia, Leca e Salea, per la Regione Liguria e il governo, dopo la grande mobilitazione popolare a favore dell’ospedale di Albenga. “Non chiediamo di investire quella cifra solo nell’area tra Finale Ligure e Andora, quella interessata dal progetto di spostamento a monte, ma su tutto il territorio provinciale, perché un cittadino di Cairo Montenotte o di Cengio deve avere lo stesso diritto alle cure rispetto a uno di Savona, di Ortovero o di Andora”.

Abbiamo partecipato in maniera convinta alla manifestazione pubblica per la difesa del pronto soccorso di Albenga. Adesso è arrivato il tempo di presentare la nostra proposta per finanziare un nuovo modello sanitario – continuano i rappresentanti del Comitato Territoriale -: più attento alle fasce deboli, ai piccoli comuni, alla gestione delle urgenze e delle emergenze, all’assistenza domiciliare dei pazienti che possono essere curati a casa, alle necessità dei malati cronici, al potenziamento di servizi salva-vita come l’automedica e l’elisoccorso”.


Vi chiederete: cosa c’entra la sanità pubblica con lo spostamento a monte della ferrovia tra Finale Ligure e Andora? Trasporti e salute sono due aspetti fondamentali della nostra vita –spiegano -. Ogni cittadino ha diritto alla migliore assistenza sanitaria possibile, indipendentemente dal luogo in cui vive o dal suo reddito. Allo stesso tempo, chiunque deve disporre di un trasporto pubblico efficiente e capillare”.

Lo spostamento a monte della ferrovia rischia di mettere una pietra tombale su un sistema di collegamenti efficace per gli abitanti del ponente savonese e per i turisti. È previsto il dimezzamento delle stazioni e lo spostamento delle nuove fermate in zone isolate, raggiungibili solo con altri mezzi di trasporto. In pratica, quello che è successo alla nostra sanità locale negli ultimi 30 anni. Basti pensare ai presidi chiusi, ai reparti cancellati, alle sale operatorie allestite e mai entrate in funzione, agli straordinari specialisti che hanno gettato la spugna di fronte al muro di gomma dell’inefficienza”.

Chiediamo alla Regione di suddividere sui prossimi venti anni l’importo del progetto per lo spostamento della ferrovia, destinandolo al comparto sanitario in provincia di Savona. Ci sarebbero 107,5 milioni di euro all’anno per migliorare la salute dei savonesi. In questa cifra – proseguono -, ci sono le risorse necessarie per riaprire il pronto soccorso di Albenga e per mantenere in funzione il reparto di Rianimazione, che ha dimostrato tutta la sua professionalità nell’emergenza del Covid. C’è la somma sufficiente per riaprire il punto nascite e il blocco materno-infantile dell’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure. Ci sono i finanziamenti per dotare il San Giuseppe di Cairo Montenotte di un pronto soccorso operativo 24 ore al giorno, 365 giorni all’anno, e delle sale operatorie che sono state chiuse”.

In questa somma, ci sono anche gli stanziamenti necessari a prolungare (per vent’anni, appunto) i contratti del personale assunto per l’emergenza pandemica e lasciato a casa dopo essere stato utilizzato nel momento più difficile della sanità italiana dal dopoguerra a oggi”. 

A quel punto, avanzerebbero ancora alcune decine di milioni di euro all’anno. Ecco, le rimanenze potranno essere investite sul potenziamento della linea ferroviaria litoranea tra Loano e Finale Ligure, con l’eliminazione dei passaggi a livello più impattanti sulla viabilità locale, e tra Albenga e Andora. Tra Albenga e Loano, infatti, la ferrovia è già a doppio binario e necessita solo di qualche accorgimento per diminuire i disagi alla popolazione.

Cari politici che ci governate in Regione e a Roma – concludono i rappresentanti del Comitato che unisce Borghetto S.S. con le frazioni di Leca, Bastia e Salea d’Albenga - , vi invitiamo caldamente a riflettere su questa immensa opportunità per garantire una salute migliore ai vostri concittadini”.

Redazione