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Attualità | 11 marzo 2022, 17:30

"Senza Pronto Soccorso si muore": da Albenga l'urlo di cittadini, associazioni ed enti (FOTO e VIDEO)

Dopo una lunga preparazione, la grande marcia voluta dalle diverse realtà locali e organizzata di concerto con l’amministrazione comunale ingauna

"Senza Pronto Soccorso si muore": da Albenga l'urlo di cittadini, associazioni ed enti (FOTO e VIDEO)

“Senza Pronto Soccorso si muore”. È arrivato il grande giorno: dopo una lunga preparazione, oggi, venerdì 11 marzo, alle 17.30 la grande marcia per il Pronto Soccorso di Albenga, voluta dalle diverse realtà locali, organizzata di concerto con l’amministrazione di Albenga.

Un corteo cittadino, aperto a tutto il comprensorio direttamente interessato dall’assenza del Pronto Soccorso al Santa Maria di Misericordia, senza colori e simboli politici, per manifestare contro la decisione della Giunta Toti di non riattivare il servizio. Il piano di sanità territoriale prevede infatti l’attivazione di un Punto di Primo Intervento ad Albenga, per rimandare al Pronto Soccorso di Pietra Ligure i casi clinici caratterizzati da emergenza.

“Viviamo in una regione, e in particolare in una provincia – ha spiegato ieri il primo cittadino - che vive una costante carenza infrastrutturale. Nella quale i problemi di traffico e intasamento su strade e autostrade sono quotidiani. Come si può pensare, quindi, che un paziente in difficoltà possa essere trattato in tempistiche adeguate? Come si può pensare che, in una provincia come la nostra i tempi di percorrenza (specie in estate) di 30 km non possano fare la differenza tra la vita e la morte?”.

Quindi al via il corteo, tutti uniti al grido di “Senza Pronto Soccorso si muore”.

Ad aprire la serie di interventi da un palco dove si sono assiepati, sempre nel rispetto delle norme anti Covid, diversi sindaci, del territorio e anche oltre (ad esempio Lambertini da Cairo), è stato Gino Rapa, portavoce dei "Fieui di Caruggi", mettendo "a nudo" quelle che secondo lui sono state le responsabilità politiche delle giunte regionali succedutesi in questi anni di chiusura, da un centrosinistra reo di aver depauperato la struttura fino a un centrodestra troppo propenso ad assecondare le politiche ritenute sbagliate degli assessori Viale e Toti.

"Tanti hanno combattuto per l’ospedale" ha sottolineato invece il sindaco Riccardo Tomatis rafforzando il concetto espresso da Rapa, col desiderio di voler riconsegnare ai posteri ciò che è stato restituito, ovvero un ospedale "moderno, all’avanguardia, costruito coi lasciti dei nostri anziani" che purtroppo ora "non soddisfa le necessità del territorio. E questo non dobbiamo accettarlo".

Il riferimento è soprattutto alla complessità morfologica del territorio. Nonostante i 12 km in linea d'aria da Pietra Ligure, sono state ricordate ancora una volta le criticità della viabilità, soprattutto per quanto riguarda l'entroterra e l'aumento della platea estivo: "Tutti non possiamo afferire al pronto soccorso del Santa Corona. Tra tre mesi Albenga non potrà gestire questa situazione: io non posso morire perché ho un’emergenza a Stellanello e non riesco ad arrivare a Pietra. Dicono che la legge non lo consente più? Le leggi devono andare incontro agli uomini, sono per gli uomini e un buon politico ascolta il grido di una folla" ha concluso Tomatis.

Anche il consigliere regionale Arboscello è intervenuto in merito con una nota: "La sanità in Liguria e in provincia di Savona è allo sfascio, sia negli ospedali  che  sul territorio: non si progetta, non si programma e si chiude, non solo ad Albenga ma anche a Pietra Ligure, a Cairo, a Savona. Per questa ragione la manifestazione che si è svolta oggi ad Albenga merita di essere sostenuta. Il tema è tutto  politico, non tecnico: il problema è la mancanza di visione su un intero territorio".

Monsignor Borghetti, vescovo della diocesi di Albenga e Imperia, dal palco ha espresso la sua condivisione dell'evento e la vicinanza a tutti i manifestanti riunitisi in quello che ha definito "il momento di un popolo di un comprensorio troppo ampio" per non avere un pronto soccorso.

Diversi, come detto, gli enti e le associazioni presenti, anche sportive, e a ringraziarli tutti ci ha pensato il presidente della Croce Bianca ingauna, nonché della Consulta del Volontariato, Dino Ardoino. "Grazie a tutti, ai commercianti che hanno chiuso per venire, grazie all'Amministrazione tutta, comprese maggioranza e minoranza, perché vogliamo proteggere la salute di tutti" nonostante sia per certi versi "un dispiacere essere qui a dover fare fronte comune per salvaguardare la nostra salute, senza colori e senza stemmi".

"La crisi è un dato di fatto, ma sulla salute non si risparmia - ha detto come monito quindi Ardoino - Il periodo è difficilissimo ma siamo qui e non smettiamo di lottare, vogliamo farci sentire".

La gente crede in noi e noi siamo qui per loro – prosegue lo storico presidente della Croce Bianca -. Abbiamo problemi oggettivi nello svolgimento  della nostra opera di volontariato. Troppo tempo per raggiungere Pietra, magari sei in viaggio già da mezz’ora e probabilmente devi proseguire ancora altri 20 o 30 minuti, troppo per salvare vite. La viabilità qui è problematica sempre, figuriamoci in estate con i turisti. Davvero non credevo che tante gente cogliesse il nostro invito a partecipare, questo mi commuove”.

A guidare il corteo che da Piazza del Popolo ha raggiunto l'ospedale Santa Maria di Misericordia, anche diversi amministratori comunali del territorio. Marco Melgrati, sindaco di Alassio, ha evidenziato come per Albenga sia importante quantomeno la riapertura di un punto di primo intervento 24 ore su 24, mentre Massimo Niero, primo cittadino di Cisano sul Neva, ha definito la mobilitazione per il nosocomio ingauno "battaglia di civiltà".

Il corteo ha visto anche la partecipazione di tanti giovani, tra cui Andrea Cenere, rappresentante della consulta provinciale del Liceo G. Bruno e Pietro Gianetti, rappresentante d’istituto: ”Pensiamo sia giusto che anche i giovani e gli studenti del nostro liceo intervengano su questa situazione. Siamo il futuro, ma prima di tutto siamo il presente. I nostri compagni ci hanno seguito, perché è un dovere partecipare e far sentire anche la nostra voce. Anche il nostro dirigente scolastico pensa sia importante avere sul territorio un presidio medico adeguato. È di vitale importanza per tutti”. Voci giovani, ma decise che lasciano ben sperare.

La manifestazione partecipata e commossa ha visto poi il primo cittadino riprendere il microfono per concludere: “Voglio ringraziarvi tutti per il vostro impegno e per la vostra partecipazione, di gran lunga superiore alle aspettative. Di fronte a una dimostrazione di questo tipo, chi deve fare le scelte sulla sanità non può ignorarci. E' stato un momento utile, mi auguro di inizio per un nuovo confronto produttivo". Un’ultima riflessione prima di congedarsi: "L’emergenza Covid ci ha insegnato che i tagli alla sanità hanno fatto molto male. Cerchiamo di fare esperienza e tesoro di quanto successo durante questi due anni, per evitare di commettere gli stessi errori. Grazie a tutti”.

Dino Ardoino ha tagliato il nastro ai palloncini bianchi che si sono alzati spargendosi nel vento, le sirene delle ambulanze hanno suonato simultaneamente, i cittadini: “Ridateci il nostro ospedale”. Gino Rapa: "L'importante è non fermarsi qui".

M. Gramaglia - R. Vassallo - M. Pastorino

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