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Attualità | 01 marzo 2022, 15:07

“La guerra è criminale per definizione”: Moni Ovadia a Savona per ricordare lo “Sciopero dei lavoratori” del ’44 (FOTO)

La commemorazione si è svolta alla presenza di autorità e associazioni e ha visto prima la deposizione di una corona nel piazzale del Priamar, poi l’incontro presso il Liceo Chiabrera Martini

“La guerra è criminale per definizione”: Moni Ovadia a Savona per ricordare lo  “Sciopero dei lavoratori” del ’44  (FOTO)

 

Si sono svolte questa mattina, 1° marzo, dalle 9.30 le celebrazioni per il 78esimo anniversario dello 'Sciopero dei lavoratori della provincia di Savona'.

In questa data, nel 1944, i cittadini savonesi, insieme a più di cinquecento mila lavoratori delle fabbriche italiane ancora occupate dai fascisti, diedero inizio a uno sciopero generale: per una settimana la grande industria italiana si fermò, interrompendo la produzione dedicata alla Germania.

"Furono deportati a Mauthausen circa 3.000 lavoratori scelti tra gli organizzatori degli scioperi e tra i più attivi quadri politici presenti nelle fabbriche – ricorda Gabriella Branca, assessore alla cittadinanza attiva di Savona -. Il fatto che alla lotta dei partigiani in montagna si siano uniti gli operai delle fabbriche è stato sicuramente uno sviluppo decisivo per la liberazione del nostro Paese dall’oppressione del regime nazifascista".

Per commemorare questo importante evento storico, è stata deposta una corona nel piazzale del Priamar e, successivamente, presso l'aula magna del Liceo Chiabrera Martini, si è svolto un incontro organizzato dal comune di Savona, insieme all’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età contemporanea, l’Anpi, la sezione di Savona dell’Associazione Nazionale Ex Deportati, la Fivl e le confederazioni sindacali Cgil-Cisl-Uil. All’’iniziativa, presieduta da Renato Zunino di Anpi, erano presenti il sindaco di Savona Marco Russo, i rappresentanti delle associazioni Anpi, Aned, Fivl, il presidente Isrec Mauro Righello, la segretaria confederale Cgil Antonella Incerti, in rappresentanza anche di Cisl e Uil Savona, l’attore Moni Ovadia e gli alunni dell’istituto Chiabrera, da remoto.

Un lungo applauso ha preceduto il discorso del  primo cittadino di Savona che, ringraziate le associazioni e l'istituto Chiabrera per aver ospitato l’evento commemorativo, ha spiegato: "Questi momenti del passato devono essere parte costante e continua per il nostro futuro: la cultura del lavoro e della conoscenza dei lavoratori hanno portato valore alla coscienza democratica. Tutto questo trova senso nella manifestazione che si è svolta sabato in piazza Mameli, per mostrare vicinanza ai cittadini ucraini. È stato un momento intenso, dove i savonesi si sono mostrati solidali, oggi come lo furono allora, durante gli scioperi per l'occupazione nazifascista".

Una manifestazione commovente, dove il presidente di Aned Savona e Imperia Simone Falco ha sottolineato il valore della memoria per costruire la pace, ricordando che “deve essere pretesa sempre, soprattutto in questo momento storico particolare”.

"In questi giorni è importante ricordare, affinché la storia possa davvero lasciare qualcosa – ha evidenziato Antonella Incerti, ricordando anche che "la solidarietà, se usata come strumento, paga".

"Quello che non abbiamo compreso dagli eventi storici è destinato a ripetersi – sottolinea Mauro Righello -. Il motto di quei giorni di scioperi diventa assolutamente attuale in questo periodo di tensioni: basta guerre, basta guerre, basta guerre".

Salomone Ovadia, più conosciuto come Moni Ovadia, attore, cantante, musicista e scrittore ebreo, è intervenuto sentitamente al convegno con parole particolarmente forti: "Gli eventi storici che ci hanno portato dove siamo oggi mi imbarazzano.  Le guerre sono tutte criminali per definizione: nella prima guerra mondiale persero la vita circa il 25% dei civili, nella seconda guerra mondiale furono il 50%. Nelle guerre successive si arrivò anche al 90% e oltre”.

“È importante ricordare quanto successe 78 anni fa – continua Ovadia -  poiché all'epoca fu proprio la classe operaia, quella che scioperó, ad essere portatrice dei valori universali e ad oggi lo stesso lavoro non viene in alcun modo rispettato, altrimenti non esisterebbero la precarietà, il lavoro usurante, un salario ridicolo. Non c'è più rispetto per i lavoratori che hanno fatto questo Paese, per i lavoratori che sono morti, che sono stati deportati, che sono stati uccisi, o che si sono suicidati per il lavoro”.

“La giornata di oggi  - conclude l’attore - dovrebbe essere celebrata come la giornata della Shoah o il 25 aprile, anche perché la politica dirige il traffico, ma quello che trasforma, che rende liberi, è la cultura".

Un lungo applauso ha concluso una commemorazione che ha portato con se la speranza che il ricordo, diretto o indiretto, faccia da monito per un futuro migliore.

 

Redazione

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