"La situazione è a dir poco drammatica e come minimo entro 3 anni andranno in pensione 16 medici, nei prossimi 5 altri 25".
E' molta la preoccupazione che si può leggere nelle parole del segretario provinciale della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale Angelo Tersidio che ha commentato la delibera con cui l'Asl2 ha individuato una carenza negli ambiti territoriali savonese di 27 medici di medicina generale e 36 per la continuità assistenziale.
Nel distretto albenganese mancano sei medici: uno nel comune di Alassio, uno ad Albenga, uno a Casanova Lerrone, uno a Castelbianco (con possibilità di aprire studi secondari nei Comuni di Castelvecchio di Rocca Barbena, Erli, Nasino, Onzo, Vendone e Zuccarello), uno a Cisano sul Neva e uno a Villanova D’Albenga.
Il distretto Finalese è carente di 5 medici: uno a Boissano, uno a Finale Ligure, uno a Magliolo e due a Pietra Ligure.
Nel distretto della Valbormida ne mancano 5: uno nel comune di Altare, uno a Cairo Montenotte, uno a Calizzano, uno a Carcare e uno a Giusvalla.
Undici totali invece i medici non presenti nel distretto savonese: tre nel comune di Savona, due a Quiliano, Spotorno e Vado Ligure e uno ad Albissola Marina e Urbe.
Si attesta quindi a 36 unità gli incarichi vacanti per la continuità assistenziale per 24 ore settimanali per un totale di 864 ore.
"Sono pochi i colleghi che stanno facendo il corso di medicina generale, tre a Savona e 5-6 nel ponente già inseriti con un tetto di 650 scelte perché avevano già coperto delle carenze - ha proseguito Tersidio - Non so come riusciremo a copriremo tutte le zone. In passato c'erano una trentina di borse di studio ed erano poche, nell'ultima tornata erano una sessantina e forse si ricompenserà, ma al momento i sindaci dei paesi piccoli sono disperati e sono quelli che pagheranno di più. Le comunità montane sono infatti quelle purtroppo meno ambite" precisa il segretario della Fimmg.
Diverse le cause che hanno portato quindi alla carenza dei medici di famiglia, a partire dai pensionamenti, passando per i pochi neo laureati che scelgono la specializzazione in medicina generale e un numero non sufficiente di borse di formazione che potrebbero andare a coprire i medici che vanno in pensione.
"La medicina generale è bistrattata non esiste infatti la tredicesima e le ferie non sono pagate, il medico deve pagare di tasca propria il personale di studio e deve poi gestirlo lo stesso studio - continua - E' impossibile fare il medico di famiglia soprattutto ora con il Covid se non si ha un segretario/a o un infermiere. Le richieste sono tante, più di 90 e i fondi dell'Asl2 per avere personale di studio tramite cooperative non ci saranno per tutti".
"Quella della medicina generale è un rapporto estremamente umano, ed è gratificato da decenni dal punto di vista professionale ma la burocrazia ha schiacciato questo lavoro portandolo a essere meno appetibile. I neo laureati scelgono altre specialità perché sono più appaganti come lavorare in ospedale e poi possono effettuare attività extraospedaliere" conclude Angelo Tersidio.