Resta ancora distante dal finalese, anche se non molto geograficamente parlando, la piaga della peste suina che ha scombussolato gli equilibri non solo ecologici dello spartiacque appenninico tra Piemonte e Liguria in particolare tra il genovesato e il savonese di levante.
Di questo virus che colpisce i suidi, quindi maiali e cinghiali, a preoccupare in particolar modo sono le misure prese per arginarlo, come il divieto imposto dai ministeri della Salute e delle Politiche Agricole alla pratica sui sentieri e nei boschi della cosiddetta zona rossa di qualsiasi attività sportiva, dalla mountain bike al trekking.
Nel tentativo di affrontare al meglio il problema ieri (28 gennaio, ndr) si è tenuto un tavolo tecnico in Regione a cui ha preso parte anche il sindaco di Finale, Ugo Frascherelli, in rappresentanza del territorio.
Motivo dell'invito è stato quello di portare anche fuori dalle aree attualmente interessate un'ottimale informazione sull'argomento per cercare di prevenire la diffusione dell'infezione suina, comunque non trasmissibile all'uomo: la necessità di estendere l'ordinanza ministeriale si tradurrebbe infatti in un affondo a un'economia in grado di resistere in parte alla pandemia proprio grazie al cosiddetto "turismo del benessere" mentre sembra vedersi la luce in fondo al tunnel del Covid.
"La preoccupazione principale dev'essere prima quella della salute degli animali e della filiera di produzione e trasformazione della carne suina, oltre all'aspetto occupazionale a essa connesso - dice il primo cittadino finalese - Però la preoccupazione riferita è del fatto che per un fenomeno di questo tipo, se non arginato ed eradicato, va tenuto in considerazione anche quanto è legato al mondo dell'outdoor, sempre più importante in tutto l'arco delle Alpi Marittime".
Massima attenzione quindi alla gestione dell'epidemia per arginarne l'espansione veicolando al contempo messaggi di rassicurazione verso il mondo turistico: "Il pericolo è che questa epidemia possa essere utilizzata dai nostri competitor per accaparrarsi una fetta di clientela - spiega Frascherelli - Non venisse eradicata nel giro di poco non sarebbero poi da escludere nemmeno ripercussioni sul turismo balneare, in particolare straniero. Per questo vorrei tranquillizzare sul fatto che attualmente la priorità è data alla salute e alle aziende già citate, ma l'attenzione è alta anche sull'occupazione legata al turismo".
"Staremo attenti e vigili per gestire la cosa nel migliore dei modi. Al momento ci è stato riferito dello stanziamento di una prima tranche di rimborsi a favore delle attività colpite dall'ordinanza, comprese quelle attività che hanno dovuto abbattere i propri capi. Oltre al potenziamento delle recinzioni tra le autostrade A7 e A26".