Attualità - 21 gennaio 2022, 12:22

Varigotti, ultimi incontri preliminari: dalla prima decade di febbraio avvio ai lavori per la scogliera sommersa

Amministrazione, progettisti e ditta hanno affinato i dettagli. Vicesindaco Guzzi: "Salvaguardia della costa e ripopolazione di fauna e flora marina"

La speranza è che quella 2022 possa essere la stagione estiva della ripartenza definitiva per tutto il comparto turistico, possibilmente già dalla Pasqua. Intanto a Varigotti si lavora per approntare il litorale operando contro l'erosione per ridare un volto alla spiaggia ma soprattutto garantire maggior sicurezza al vecchio borgo saraceno già piegato dalle forti mareggiate del 2019.

Dopo il ripascimento strutturale conclusosi nei mesi scorsi col posizionamento di 40mila metri cubi di materiale sabbioso per un importo di 2 milioni e mezzo di euro, stamani (21 gennaio, ndr) l'Amministrazione, l'Ufficio Tecnico, i rappresentanti dei balneari varigottesi, i progettisti dello Studio Sirito e la ditta Meridiana srl di Napoli hanno affinato gli ultimi dettagli per dare il via al cantiere della nuova scogliera sommersa.

Si tratterà di una piattaforma sottomarina completamente invisibile composta da 20mila tonnellate di scogli che si estenderà su di una superficie di circa 6.400 metri quadri ad una distanza di circa 40 metri dalla battigia.

"La ditta, specializzata nel settore, si è dimostrata competente e pronta ad avviare subito il cantiere" spiega il vicesindaco e assessore al Demanio Marittimo, Andrea Guzzi, che stila un primo cronoprogramma: "Si inizierà, permessi permettendo compreso quello di Anas per l'occupazione dell'area necessaria, la prima decade di febbraio mentre per la conclusione la ditta vorrebbe terminare entro fine maggio. Nel caso si andasse oltre l'intenzione è quella di sospendere per la stagione e ripartire a ottobre".

L'area cantiere verrà allestita nuovamente nel tratto di spiaggia libera dove già era stata posizionata quella per il ripascimento, in prossimità della spiaggia "Venti di Riviera" col materiale che verrà trasportato via terra: "Vista l'abbondanza di cantieri 'marini' la ditta ha preferito optare per questa soluzione, ma il cantiere stavolta sarà molto meno invasivo perché con un pontone i massi verranno poi trasportati dove dovranno essere collocati" continua Guzzi.

L'opera non ha trovato soltanto apprezzamenti. Tra gli scettici particolare attenzione sui rischi per l'ecosistema e anche per l'efficacia sull'impatto dei marosi: "Alzare il fondale permetterà di smorzare prima l'impatto delle onde evitando il ripetersi di episodi come quello di oltre due anni fa. Dal punto di vista ambientale, invece, l'opera è stata avallata dagli uffici competenti di Regione Liguria in quanto, trovandosi a distanza dalla beachrock, dovrebbe aiutare a ripopolare ulteriormente flora e fauna marina del posto" conclude il vicesindaco.