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Attualità | 07 gennaio 2022, 15:20

Covid, in difficoltà i medici di base. Tersidio (Fimmg): "Situazione disastrosa, espansione a macchia d'olio"

Tra visite, mail e segnalazioni delle positività, i camici bianchi stanno riscontrando più di un problema. "Riceviamo più di 100 chiamate al giorno"

Covid, in difficoltà i medici di base. Tersidio (Fimmg): "Situazione disastrosa, espansione a macchia d'olio"

"La situazione è disastrosa. C'è un'espansione a macchia d'olio".

Così il segretario provinciale della Federazione Medici di Medicina Generale della provincia di Savona Angelo Tersidio, ha commentato l'aumento dei casi Covid con le difficoltà che da più di un mese a questa parte stanno affrontando i camici bianchi savonesi.

Infatti la contagiosità della variante Omicron oltre al fatto che, grazie ai vaccini, la maggioranza dei casi Covid può essere gestita sul territorio, sta comportando un sovraccarico di lavoro importante per il quale i medici non sono particolarmente supportati. Le segnalazioni delle positività infatti si susseguono e gestire l'attività diventa sempre più complicato.

"In generale la sensazione che abbiamo e che chi ha fatto tre dosi lo scopre solo dopo aver fatto un tampone per un contatto o per un banale raffreddore. Se non esistesse il Covid nessuno se ne accorgerebbe. Le tre dosi possiamo dirlo con certezza proteggono dalla malattia anche nella forma lieve" ha spiegato Tersidio.

Problemi li stanno riscontrando non solo chi ha ricevuto la terza dose che ha contratto il Covid nel periodo di precopertura, ma anche chi ha ricevuto la seconda da più di 4 mesi.

"Hanno qualche sintomo come ad esempio mal di gola, raffreddore e qualche linea di febbre, ma non hanno grossi problemi - prosegue il segretario Fimmg - la percentuale dei non vaccinati con pochi sintomi è più bassa, però sono la categoria che sta rischiando di più e chi ha una o più patologie sta rischiando seriamente di finire all'ospedale".

La burocrazia come non mai sta mettendo sotto scacco i medici di base alle prese con mail, visite, segnalazioni e soprattutto richieste da parte di moltissimi pazienti risultati negativi ai tamponi ma ancora bloccati in quarantena a causa dei ritardi delle Asl nell’emissione dei provvedimenti di fine quarantena e nella procedura di riabilitazione del Green Pass.

"È un macello, non riescono a chiudere il fine quarantena, chi è stato oggi segnalato dovrebbe seguire l'iter vecchio e sono molto indietro. Riceviamo richieste di ricette, chiamate e visite, più di 100 telefonate al giorno" conclude Tersidio.

Nel frattempo dal 10 gennaio sarà in vigore l’ordinanza a valenza regionale che prevede l’utilizzo dei test antigenici rapidi nella gestione dei positivi al Covid.

Il presidente e assessore alla Sanità di Regione Liguria, Giovanni Toti ha pensato a questa misura per alleggerire la pressione a cui sono sottoposti i Dipartimenti di Igiene e i centri per i tamponi molecolari delle Asl.

"In un momento dove a fronte di un numero molto elevato di contagi in tutto il Paese a cui, grazie ai vaccini, non corrisponde un aumento altrettanto imponente dei ricoverati nei nostri ospedali ma resta una "difficoltà di gestione dei positivi e di tracciamento dei loro contatti stretti" ha dichiarato Toti.

Per i soggetti negativi che vogliono verificare la propria condizione e per uscire dalla quarantena con i contatti stretti, sono autorizzati le Asl, i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta, le farmacie, i laboratori privati e gli erogatori accreditati.

Per certificare l’uscita dall’isolamento dei soggetti positivi, il giorno successivo la scadenza dei termini di legge il test antigenico rapido potrà essere effettuato presso il medico di medicina generale, il pediatra, i laboratori privati e gli erogatori accreditati. In questo caso non sarà possibile invece effettuare il test in farmacia.

Una decisione che però potrebbe complicare ulteriormente la vita ai medici già in estrema difficoltà.

 

Luciano Parodi

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