Riceviamo e pubblichiamo la lettera pubblica di un insegnante attraverso la quale esprime le sue riflessioni sulla situazione pandemica e i provvedimenti in discussione in queste ore.
“Liguria zona gialla o zona arancione, scuole in presenza o in dad. Queste sono le due questioni su cui si sta discutendo in queste ore a qualunque livello dal bar alle più alte stanze istituzionali. A mio avviso il problema non è questo; la Liguria, con i parametri che avevamo solo 5 mesi fa, dovrebbe essere zona arancione da un mese e mezzo e in zona rossa dall’inizio di dicembre. Ora l’epidemia è diffusa come non lo è mai stata, perché si è deciso di non prendere misure per contenerla, ma si è puntato tutto solo ed esclusivamente sui vaccini che, come è noto, nulla possono sul contenimento dell’epidemia ed ora la prova evidente è sotto gli occhi di tutti”.
“Cosa che forse non è così evidente a tutti è invece che, sebbene la Liguria sia l’unica regione per cui si è presa in considerazione la colorazione arancione, non è assolutamente una delle regioni messe peggio. Questo è il grafico in cui si confrontano i positivi in rapporto alla popolazione con il vicino Piemonte, non serve commentarlo. E molte altre regioni sono messe decisamente peggio, come la Lombardia, l’Emilia Romagna, la Toscana, l’Umbria, l’Abruzzo, il Trentino, la Valle d’Aosta e il Veneto. Quindi non è il cambiamento di zona della Liguria o la chiusura delle scuole che può in questo momento contenere l’epidemia, non parliamo di tutte le misure relative ad obbligo vaccinale e green pass. Se si vuole fare qualcosa di significativo, in questo momento è necessario potenziare il servizio sanitario, sia per quanto riguarda gli ospedali, sia per quanto riguarda i malati che rimangono nelle loro abitazioni”.
“È necessario che ci siano i medici che visitano e curano i malati e che ci siano le strutture adeguate per affrontare l’epidemia, per altro se la Liguria era in predicato per diventare arancione non era certo per il numero di positivi ma perché in rapporto alle altre regioni ci sono meno posti disponibili per i ricoveri e le terapie intensive”.
“Per il resto lunedì spero di andare a scuola in presenza, anche se purtroppo so già che alcuni miei studenti sono positivi e con loro faremo certamente già lezione a distanza”.