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Politica | 03 dicembre 2021, 17:46

"Difendere la specificità delle aziende balneari italiane dalla Bolkenstein". Il consigliere Vaccarezza presenta un odg

"L'applicazione suggerita dalla sentenza del Consiglio di Stato potrebbe ripercuotersi anche sui porti"

"Difendere la specificità delle aziende balneari italiane dalla Bolkenstein". Il consigliere Vaccarezza presenta un odg

"Attivarsi in Conferenza Stato Regioni e nei confronti del Governo Italiano e del Parlamento per difendere in ogni opportuna sede nazionale ed europea la specificità della balneazione italiana, ed in particolar modo la sua prevalente vocazione di PMI".

Ma anche "sostenere con urgenza l'attivazione di un tavolo tecnico finalizzato alla necessaria riforma organica del demanio marittimo e di qualsiasi altro provvedimento legislativo finalizzato alla salvaguardia del comparto balneare italiano".

E' questo il duplice obbiettivo posto, con un ordine del giorno condiviso da tutto il gruppo di "Cambiamo!" in consiglio regionale, dal capogruppo Angelo Vaccarezza a sostegno del settore balneare dopo le sentenze del Consiglio di Stato relative all'applicazione della Direttiva Bolkenstein anche su tale comparto.

Il consigliere loanese sottolinea come quella legata all'attività di balneazione sugli oltre 8mila km di coste del nostro Paese sia una vera e propria industria, composta da migliaia di aziende che nel corso degli anni hanno messo a punto un modello che "ha reso il turismo balneare italiano unico in tutta Europa, qualificando l'offerta turistica nazionale rispetto a quella di altri paesi nostri competitor".

Le sentenze già citate sull'applicazione della direttiva, emesse dal Consiglio di Stato, garantirebbero però la proroga delle concessioni demaniali solo fino al termine del 2023, dopodiché si dovrebbe procedere all'indizione di procedure di gara per «consentire a Governo e Parlamento di approvare doverosamente una normativa che possa finalmente disciplinare in conformità con l'ordinamento comunitario il rilascio delle concessioni demaniali».

Una decisione che avrebbe un considerevole "impatto sociale ed economico", ricorda Vaccarezza: "La Liguria, con oltre un migliaio di aziende, occupa una fetta importante del patrimonio turistico ed economico della regione, occupando direttamente e attraverso l'indotto, decine di migliaia di persone e contribuendo in modo rilevante al PIL regionale. Queste imprese sono per lo più di tipo familiare e hanno effettuato importanti investimenti con l’obiettivo di implementare i servizi offerti per numero e qualità degli stessi, portando gli standard dell'accoglienza turistica a livelli di eccellenza e dando vita ad una realtà di fondamentale importanza per la creazione di ricchezza e di sviluppo turistico".

Secondo il capogruppo degli arancioni anche i contorni prettamente giuridici della vicenda sarebbero poco chiari: "La scelta delle tempistiche di un annullamento con efficacia retroattiva spetterebbe solo alla Suprema Corte Costituzionale, configurando quindi un eccesso di potere giurisdizionale oltre ad incrementare il vulnus legislativo in materia demaniale".

"L'Unione Europea in questi anni, non ha mai riconosciuto la specificità del caso italiano in materia di stabilimenti balneari - spiega il consigliere - mentre nazioni quali Spagna, Portogallo e Croazia sono riuscite, attraverso provvedimenti legislativi, a tutelare le piccole e medie imprese balneari; l'applicazione della sentenza, così come prospettata, da un lato, di fatto, lascerebbe migliaia di famiglie senza più un lavoro e un'azienda, con il rischio di non avere diritto nemmeno a risarcimenti. Il timore, prospettato da più parti, è legato all'arrivo di grandi gruppi internazionali interessati all'acquisto delle spiagge italiane che poi, inevitabilmente, andranno a depauperare il nostro territorio di ricchezza e lavoro".

"Ma - ricorda poi Vaccarezza - la questione riguarda altre categorie commerciali quali, ad esempio, ambulanti, tassisti e attività nautiche: questo potrebbe avere ripercussioni future sulle assegnazione alle attività produttive legate ad alcuni porti".

"In un quadro legislativo reso confuso e incerto dall'inattività dei governi e dalla complessità della burocrazia europea le imprese del settore chiedono da tempo certezze normative e tutela dei lavoratori e degli investimenti" conclude Vaccarezza.

Redazione

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