Politica - 01 dicembre 2021, 08:00

Pietra, i dubbi del consigliere Carrara sui debiti fuori bilancio: "Non c'è assolutamente chiarezza"

L'affondo dell'esponente di minoranza: "Le risposte non volutamente date al Consiglio comunale dovranno essere ricercate in altra sede, a questo punto più appropriata"

"Lunedì 29 Novembre 2021, il Consiglio comunale ha discusso una pratica scabrosa e controversa: quella dei debiti 'fuori bilancio'. È una pratica 'scabrosa' perché riguarda lavori 'ordinati', disposti da dipendenti comunali a ditte, senza che gli stessi lavori fossero accompagnati da una delibera o da un provvedimento amministrativo che li autorizzasse e che prevedesse la loro 'copertura finanziaria'. È una pratica 'controversa' perché già durante la precedente amministrazione Valeriani fu istituita una apposita commissione consiliare che 'indagasse' sul caso, ma che non approdò a nulla". Così Mario Carrara, consigliere comunale di minoranza a Pietra Ligure (gruppo "Centrodestra").

"Di quella commissione io non intesi far parte in quanto, essendo 'quei' lavori anche riferiti al periodo della precedente amministrazione di Luigi De Vincenzi, di cui facevo parte, mi sarei trovato nel ruolo incompatibile di 'controllore" e 'controllato', essendo essa una commissione d'indagine - aggiunge Carrara - lunedì il Consiglio comunale ha deliberato di riconoscere €199.731,30 con IVA, su €748.421,76, complessivi, richiesti in pagamento da diverse ditte. Ma le cose, anche se la maggioranza ha voluto ostinatamente votare a favore del provvedimento, non sono per nulla chiare su 'come' si sia voluti arrivati a questa somma 'riconosciuta da pagare' e destano molti interrogativi. Interrogativi che abbiamo posto con precisione durante la discussione, ma che non hanno avuto risposta da parte del Sindaco. Intendiamoci: qui la 'politica' non c'entra; qui c'entra solo l'aritmetica, il far 'quadrare i conti' ed il riconoscere il 'lavoro' fatto, se è stato effettivamente fatto.

"La pratica l'abbiamo studiata e ponderata anche su tutte le minute e le  richieste delle ditte circa i crediti che esse dicono di vantare, che abbiamo chiesto ed ottenuto in copia dall'ufficio tecnico comunale. Ci chiediamo ed abbiamo chiesto: posto che se il Comune ha beneficiato, comunque, della fornitura di 'beni e servizi' e, soprattutto, del 'lavoro' altrui, anche se con disposizioni date 'fuori degli schemi', è giusto che essi vengano pagati, perché, pur essendo espressamente citati, con nome e cognome, in alcune richieste e distinte di pagamento, coloro che hanno ordinato i lavori, non hanno attestato che i lavori erano stati effettivamente eseguiti? Che il Comune ha effettivamente beneficiato dell'opera altrui che, quindi, deve essere pagato? Chi, meglio di colui che ha 'disposto', potrebbe saperlo? Eppure non c'è agli atti una sola attestazione da parte di chi viene espressamente citato dalle ditte nelle richieste di pagamento. Il sindaco ci ha risposto che 'chi' ha dato disposizioni è 'andato in pensione'. Ma ciò non è del tutto vero, perché nelle note forniteci dall'ufficio tecnico (in questo, come in un precedente caso di altri debiti fuori bilancio) non abbiamo visto nomi di  ex dipendenti ora pensionati, ma di funzionari tuttora dipendenti del Comune. Ci è stato risposto che, a distanza di anni, chi ha ordinato i lavori potrebbe 'non ricordarsi' e che, quindi, i 'riconoscimenti' dei lavori fatti sono stati effettuati solo su base 'induttiva'. Ma questo, riteniamo che non acclari se un debito era veritiero o meno e, quindi, se sia da riconoscersi o meno".

"Possibile che su centinaia, tra fatture e pezze giustificative di rimborso e pagamento, non ce ne sia almeno una che si riferisca ad una fornitura, ad un lavoro degno di essere ricordato? - prosegue l'esponente di minoranza - Che non ci sia chi si ricordi almeno un lavoro o una fornitura, magari disposto in un momento di urgenza o necessità (es. una pompa dell'acquedotto rotta, un tombino crollato, la caldaia delle scuole spenta, tanto per citare casi possibili, di pura fantasia). Possibile che ci sia un Comune di soli 'smemorati'? Tra i debiti 'riconosciuti' come tali ce ne sono molti suffragati solo da 'bolle di accompagnamento, distinte, relazioni di intervento'.  Altri anche con regolari fatture. Tra quelli non riconosciuti, ce ne sono molti richiesti in pagamento pur in seguito  all'avvenuta emissione di fatture, anche per importi rilevanti. Cosa si deve dedurre? Che le fatture emesse, essendo corrispondenti a richieste di pagamento di lavori non riconosciuti come tali, quindi 'non fatti', 'non eseguiti', erano false? Emesse solo per tentare di conseguire un pagamento del quale non avevano diritto? E la cosa diventa eclatante se si pensa che la cifra che è stata richiesta in pagamento al Comune è pari a ben €748.421,76, mentre sono stati riconosciuti come 'veritieri', corrispondenti a 'lavori fatti', da pagarsi, solo €199.731,30".

"Dà ciò si deve, forse, dedurre che la 'differenza' di ben €548.690,46, non ritenuta da 'riconoscersi', è relativa ad una somma che 'con artifizi e raggiri' si tentava di far pagare al Comune, senza averne diritto? Noi pensiamo proprio di no - afferma ancora il consigliere del gruppo 'Centrodestra' -E che dire del fatto che il Sindaco abbia letto (pag.4 della relazione) che 'Non viene riconosciuto a favore delle imprese alcun importo a titolo di interessi, spese legali e di rivalutazioni'. Ma come è possibile? Se si riconosce che il debito era vero, essendo trascorsi anni dalla data dei lavori fatti, gli interessi legali e le spese devono riconoscersi, sennò, visti gli importi 'in ballo', verranno intentate cause legali nelle quali il Comune sarà senz'altro perdente. Cause e contenziosi che, invece, sembrerebbe, con quel riconoscimento 'parziale' di oltre €199.731,30, si eviterebbero in  quanto il Sindaco ha letto, testualmente, punto 7 relazione: '...l'attività (di accertamento dei debiti) è stata compiuta anche con la finalità di evitare la possibile formazione di defatigante contenzioso (giudiziario), con possibili effetti negativi in termini di oneri aggiuntivi a carico dell'ente per spese legali, rivalutazioni ed interessi, in funzione delle vertenze (cause civili) eventualmente attivate'". 

"Ma, allora, abbiamo espressamente chiesto, c'è già, sussiste già una transazione, un 'accordo', chiamiamolo così..: 'riservato' in seguito, immaginiamo,  ad 'abboccamenti riservati', per cui le ditte presunte creditrici sarebbero già soddisfatte con quello che viene loro riconosciuto e pagato? Se non è così, che senso ha avuto scrivere e pronunciare una frase del genere in un documento ufficiale del consiglio comunale? Non ci è stata data risposta. Eppure il revisore dei conti, d.ssa Monica Scibilia di Ventimiglia, che ha espresso in merito il parere di legge, non la pensa proprio in questo modo perché, a pag. 6 dello stesso suo parere, raccomanda al Comune di monitorare costantemente le vertenze (cause civili) esistenti o potenziali (…..vista la consistente differenza tra la cifra che viene richiesta in pagamento e quella che viene riconosciuta) al fine di verificare se esistano azioni legali che potrebbero vedere l'ente (il Comune) soccombente o se esistano azioni legali in grado di originare una potenziale soccombenza all'esito dell'attivazione di un contenzioso (cause civili contro il Comune). Per questo raccomanda, poi, di operare una gestione oculata dell'avanzo libero di Amministrazione, che potrebbe, invece, servire per pagare debiti fuori bilancio non riconosciuti (e/o interessi di quelli riconosciuti), in seguito a cause civili nelle quali il Comune fosse soccombente".

"Come si vede non c'è assolutamente chiarezza in merito e questa delibera, presa 'di forza' dalla maggioranza, peraltro senza dare risposte ai quesiti ed agli interrogativi che venivano posti su temi, questioni ed incongruenze rilevanti contenuti negli atti e nella relazione del Sindaco. Anzi, la stessa discussione, che dovrebbe servire per chiarire e dissipare i dubbi, li ha, invece, aumentati facendone sorgere di nuovi e suscitando ulteriori interrogativi. Non solo: una discussione approfondita, come sarebbe stato auspicabile fare in un caso 'delicato' e difficile come questo, non è stata neanche possibile con il richiamo continuo ai tempi contingentati e limitati del Regolamento del consiglio comunale, quasi che la maggioranza non volesse che si 'tirassero fuori' o si sollevassero questioni in merito. Questioni e domande alle quali, poi, comunque, intanto non era in grado di rispondere, come il video del Consiglio evidenzia e dimostra. Forse sarebbe stato meglio ponderare di più questa situazione e non voler sforzare la questione, come Sindaco e maggioranza hanno voluto pervicacemente fare. Le risposte non volutamente date al Consiglio comunale dovranno essere ricercate in altra sede, a questo punto più appropriata" conclude infine Mario Carrara.

Redazione