Sarà stop di ventiquattr'ore per i lavoratori dei porti dipendenti/soci delle imprese artt. 16, 17 e 18 e dipendenti delle AdSP dei porti di tutta Italia il prossimo venerdì 17 dicembre.
Cgil, Cisl e Uil, assieme alle rispettive Federazioni dei Trasporti Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, hanno consegnato nei mesi scorsi alla Presidenza del Consiglio, al Ministero del Lavoro, dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili un documento unitario che contiene per tutti i segmenti del Trasporto, la richiesta di interventi, riforme, risorse per superare la grande situazione di difficoltà determinatesi con la pandemia e allo stesso momento rendere il settore più efficiente e il lavoro più protetto, tutelato e retribuito.
"Con il Mims si è aperta una interlocuzione specifica sulle nostre proposte, in particolare su porti, trasporto pubblico locale e trasporto aereo - spiegano le tre sigle sindacali - A tale confronto però sono seguiti interventi di natura normativa che vanno in direzione decisamente opposta alle nostre richieste, non favorendo affatto il settore che invece necessita di adeguamenti normativi propedeutici a rafforzare l’attuale sistema regolatorio".
Sul settore portuale, in particolare, sotto accusa dei sindacati sono finiti diversi argomenti, tra cui le regole e la sicurezza.
A partire dalla riscrittura del dell’art.18 della legge 84/94 attraverso l’art. 3 del “DL Concorrenza” che rischierebbe, secondo i sindacati, di pesare negativamente sul sistema portuale del Paese.
Grande preoccupazione desta poi il superamento del divieto di cumulo delle concessioni: "Per i porti di interesse nazionale ed internazionale potrebbe determinare un abuso di posizione dominante - si legge nella nota che annuncia la serrata - e non vi è nessun disposto normativo che impedisca l’interscambio di personale e quindi di manodopera tra diverse aree in concessione. Un approccio che indebolisce gravemente l’assetto del mercato regolato portuale, altamente efficiente e flessibile anche attraverso il pool di manodopera in capo agli artt.17".
Altro punto toccato è quello dell'accompagnamento all’esodo per i lavoratori portuali, "già richiesto dalle parti con un avviso comune e di cui non esiste alcun accenno".
Non manca quindi l'accenno significativo al tema sicurezza: "Manca un intervento deciso a riguardo atto a rimuovere evidenti difficoltà che ancora oggi, pur in costanza di molteplici strumenti adeguati a monitorare le singole attività, fanno registrare numerosi infortuni sul lavoro talvolta anche mortali - spiegano dal sindacato - Va inoltre recuperato il ritardo sull’emanazione del decreto attuativo di armonizzazione delle norme specifiche del settore con il Testo Unico".
Tra questi ultimi due argomenti va quindi ad inserirsi la mancanza di una risposta sulla necessità di far rientrare il lavoro portuale tra i lavori usuranti. "Lavoratori costantemente esposti alle intemperie e ad un duro lavoro, fattori che, all’evidenza, incidono sul fisico e sulla psiche degli stessi in misura certamente maggiore rispetto ad altri contesti lavorativi" scrivono Cgil, Cisl e Uil.
Le altre mancanze accusate riguardano il tema dell’Autoproduzione che, "dopo l’intervento normativo contenuto nell’art.199bis della L.77/2020, attende ancora oggi l’indispensabile decreto attuativo che non deve snaturare la norma primaria", e il rifinanziamento delle agenzie di riqualificazione e somministrazione per i porti di Gioia Tauro e Taranto, "ma anche nessuna risposta per l’analoga costituzione nei porti che l’hanno richiesta".
"Si va quindi in direzione opposta al sostegno all’intera catena produttiva portuale, accumulando nuovi ritardi e senza alcuna elaborazione di un piano strategico per un rilancio concreto della portualità del Paese" concludono i sindacati, precisando che lo sciopero sarà effettuato garantendo i servizi costituzionalmente garantiti, "secondo le modalità stabilite dall’art 49 del CCNL dei lavoratori dei Porti".