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Attualità | 18 novembre 2021, 12:12

Savona, siglato "Zeus", il protocollo contro la violenza sulle donne: attenzione ai maltrattatori e ad un loro percorso di recupero (FOTO e VIDEO)

Questore Roatta: “Dà la possibilità al maltrattatore di effettuare un’azione di recupero, di comprendere il disvalore delle azione violenti commesse e quindi di scongiurare un’ipotesi di recidiva”

Savona, siglato "Zeus", il protocollo contro la violenza sulle donne: attenzione ai maltrattatori e ad un loro percorso di recupero (FOTO e VIDEO)

 

Implementare la capacità di contenimento e gestione delle violenze relazionali e dei rischi di vittimizzazione e promuovere lo sviluppo e l’attivazione di azioni di recupero e di accompagnamento dei soggetti responsabili di atti di violenza nelle relazioni affettive, con lo scopo di favorirne il recupero e di limitare i casi di recidiva.

Questa mattina in Questura a Savona è stato illustrato il protocollo "Zeus" (nome che evoca il primo caso di maltrattamento nella mitologia greca), promosso a livello nazionale dalla Direzione Centrale Anticrimine del Dipartimento della Polizia di Stato che è stato siglato dal Questore di Savona Giannina Roatta e dal presidente dell’associazione Cipm Liguria APS Elisabetta Corbucci, che nel savonese ha sede a Bastia d’Albenga, con un centro specializzato che si occupa del recupero dei soggetti maltrattanti.

“Questo protocollo mira a diffondere delle prassi di gestione e di contenimento della violenza di genere. Ci si è resi conto che bisognava affrontare il fenomeno a 360 gradi anche dalla parte del maltrattante, perché dà la possibilità allo stesso di effettuare un’azione di recupero, di comprendere il disvalore delle azione violenti commesse e quindi di scongiurare un’ipotesi di recidiva” ha spiegato il Questore.

L’ammonimento, provvedimento amministrativo del Questore, una sorta di "cartellino giallo", prevede infatti la diffida dell’autore di reati che non sono  perseguibili d'ufficio. Anticipa quindi una denuncia, avviene prima di una qualsiasi violenza conclamata.

L’attenzione rivolta al contrasto del complesso fenomeno criminale e alla tutela delle vittime ha infatti portato ad una riflessione generale sulla necessità di “prendersi carico anche di chi agisce con violenza” integrando le disposizioni legislative con norme tese al suo recupero. Difatti l’articolo 3 comma 5 bis della Legge 15 ottobre 2013 numero 119 stabilisce che “quando il Questore procede all’ammonimento, informa senza indugio l’autore del fatto circa i servizi disponibili sul territorio inclusi i consultori familiari, i servizi di salute mentale e i servizi per le dipendenze, finalizzati ad intervenire nei confronti degli autori di violenza domestica o di genere”. Si tratta di un intervento orientato alla cosiddetta “ingiunzione trattamentale”.

“La normativa è cambiata, si invita a seguire l’ammonito tramite un percorso di assistenza multidisciplinare specialistica per il recupero e evitare la recidiva” ha proseguito Giannina Roatta.

Nel savonese questo tipo di azioni non sono particolarmente diffuse.

“Per questo è importante il protocollo, è difficile per la vittima denunciare e lo è ancora di più per il soggetto maltrattante riconoscere di aver compiuto un’azione negativa, sia che sia un reato o un maltrattamento che non rappresenta una tipologia di reato” conclude il Questore.

“È il fulcro che vogliamo fare con i maltrattanti rispetto al trattamento, la negazione è la difesa più grossa che esiste in queste situazioni, si passa da negare i fatti e la propria responsabilità, la gravità di quello che si è commesso. Vogliamo lavorare infatti sul non rinforzare la negazione ma smantellarla piano piano - specifica Elisabetta Corbucci, presente in Questura insieme a due referenti del centro ingauno - I dati ci dicono che rispetto a chi non fa un percorso e chi lo fa c’è un riduzione del 50% della recidiva, sono dati incoraggianti. Vogliamo fare una mappatura di risultati a livello nazionale, per capire come viene applicato il protocollo e quali sono i punti di forza e di debolezza”.

“Credo nel lavoro di protezione della donna, la sicurezza non può essere solo in carico ad un soggetto istituzionale o del privato sociale, ma dal conoscere il caso singolo e lavorare in rete per quella situazione e trovando le condizioni migliori per proteggere la donna e i minori nei casi di violenza. Sono occasioni di scambio tra saperi diversi, insieme possiamo vedere la complessità della situazione” ha concluso la presidente Cipm Genova. 

Con il protocollo Zeus, stilato nell’ambito del Progetto europeo ENABLE (Early Network – based Action against abusive Behaviours to Leverage victim Empowerment), viene garantita una risposta immediata e integrata ai fenomeni di violenza offrendo all’ammonito un percorso trattamentale a cura di una equipe di professionisti, specializzati nel trattare le persone con problemi relazionali, che opera nell’ambito del C.I.P.M. Liguria APS.

L’intento è proprio quello di intervenire all'inizio della spirale della violenza per prevenire la degenerazione dei primi atti, affinché colui che li ha commessi possa "fermarsi prima”. Inizia quindi per l’ammonito un percorso che punta a un cambiamento profondo con l’obiettivo finale di incidere su condotte recidive.

Infatti il soggetto maltrattante accede gratuitamente ad un ciclo di colloqui, nell’ambito del quale lo stesso ha la possibilità di riflettere e ricostruire, sul piano emotivo e cognitivo, le vicende che lo hanno condotto a porre in essere i comportamenti violenti, e quindi favorire la consapevolezza del disvalore sociale e della lesività degli atteggiamenti prevaricatori.

Luciano Parodi

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