Politica - 17 novembre 2021, 16:54

Lockdown per non vaccinati? Toti rilancia la proposta: "Non è una misura punitiva, ma un modo per proteggerli" (VIDEO)

"Basta distinguere il green pass da vaccino e il green pass da tampone. Ed è la cosa più facile del mondo, visto il livello sofisticato dei nostri sistemi informatici”

Lockdown per non vaccinati. Lo ha ribadito il presidente della Regione Giovanni Toti che questo pomeriggio ha rilanciato la proposta, chiedendo che in caso di cambi di colore, le restrizioni valgano per chi ha scelto di non vaccinarsi.

Io dico una cosa molto semplice: - ha detto Toti - i cittadini, le imprese, un paese che riparte ha bisogno di conoscere quale sarà il proprio futuro, sia che le cose vadano bene, che se le cose vadano meno bene. Oggi al netto delle tante voci sentite, Regione Liguria continua ad avere ospedali con un carico non preoccupante di pazienti, sia nella media intensità di cura, sia nelle terapie intensive. Siamo molto lontani, non solo dai livelli dello scorso anno, che erano dieci, undici, dodici volte a quelli di quest’anno, ma siamo molto lontani anche dai livelli di guardia previsti dall’attuale normativa per mettere in sicurezza il sistema”.

Da tempo le istituzioni ripetono che la quasi totalità dei ricoverati per covid sono non vaccinati.

All’interno dei nostri reparti, - spiega Toti - la maggior parte delle persone curate dai nostri valorosi medici sono persone che hanno scelto di non vaccinarsi. Se andiamo nel settore della terapia intensiva addirittura stiamo parlando della sostanziale totalità dei pazienti, salvo a volte qualche unità di qualche povero paziente che avendo già altre malattie molto gravi, si trova ad aver bisogno di quel tipo di cure. Alla luce di tutto questo ritengo che se le regioni continueranno a crescere come contagi, cosa probabile in questa stagione, e visto l’andamento del virus, se ci dovessimo trovare a cambi di colore che prevedono restrizioni per quello che avviene all’interno dei confini regionali, quelle restrizioni dovrebbero valere solamente per le persone che non si sono vaccinate. Non è una misura punitiva verso chi non si è vaccinato, che comunque farebbe bene a farlo per se stesso, per i suoi familiari e per tutti noi, ma è semplicemente un modo per proteggere loro stessi dalla circolazione del virus, visto che sono i principali ‘clienti’ della nostra sanità, ed è un modo per dire a tutti i cittadini e lavoratori, che la loro vita non cambierà, perché i vaccini ci stanno difendendo dal covid al punto da poterci consentire di continuare una vita quasi normale anche in costanza di una circolazione molto alta. Mi sembra un ragionamento semplice e di facile realizzabilità, basta distinguere il green pass da vaccino e il green pass da tampone. Ed è la cosa più facile del mondo, visto il livello sofisticato dei nostri sistemi informatici”.

Vorrebbe che le regioni avessero più autonomia in queste decisioni?

Difficile pensare a una autonomia regionale, perché le misure riguardano spesso situazioni interregionali. La mobilità di cittadini e merci tra i confini di province e regioni, i treni, gli aerei, merci che costruite in una regione sono smerciate in un’altra. Io ritengo che questo debba essere oggetto di un serio confronto tra la conferenza delle regioni, e mi pare che il presidente Fedriga su questo abbia già detto parole di chiarezza, trovando ampio consenso nei governatori di centrodestra e di centrosinistra. Con il governo, il ministro della salute, l’istituto superiore di sanità e il commissariato del generale Figliuolo occorre stabilire delle regole che siano ampie e valide per tutti, poi i casi specifici ovviamente territoriali possiamo gestirli in casa. Lo abbiamo già fatto quando abbiamo chiuso quartieri nelle nostre città nell’autunno scorso, quando siamo provveduti con provvedimenti anche rigidi durante il Festival di Sanremo, ma il quadro di regole deve essere nazionale”.

Francesco Li Noce