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Attualità | 05 novembre 2021, 13:35

Calcio, Enzo Grenno racconta la sua presidenza 2.0: "Questo è il vero Savona. Marinelli colorito, ma ha a cuore le sorti della società"

Affrontati anche i temi del Bacigalupo: "Saremo senza casa ancora per molto"

Calcio, Enzo Grenno racconta la sua presidenza 2.0: "Questo è il vero Savona. Marinelli colorito, ma ha a cuore le sorti della società"

Enzo Grenno non è più il presidente del Savona Calcio e in una chiacchierata a 360 gradi ha voluto illustrare diversi aspetti che hanno caratterizzato gli ultimi due anni della sua presidenza: dalla rifondazione del club, passando per lo stadio, fino ad arrivare al rapporto con il suo vice: Simone Marinelli.

Un'avventura in biancoblu 2.0, dopo la presidenza tra gli anni 80 e 90, a seguito del fallimento della società e per la quale il presidente dimissionario non ha nessun rammarico, anzi.

"Un progetto chiaramente innovativo ed impegnativo, non dimentichiamo che è tutt'altro che semplice, dal nulla, ricompattare e colmare un vuoto di un'entità come il Savona - continua Grenno. facendo una precisazione - il Pro Savona secondo qualcuno è una cosa diversa dal Savona 1907 Fbc, solo perché non è stato acquisito da un fallimento in abbinamento il titolo sportivo. Questa operazione non è stata compiuta perché il nostro gruppo non riteneva il caso, solo per avere un titolo, di andare a buttare via quasi 2 milioni di euro, regalati a terzi e per debiti fatti da terzi. A mio modesto avviso, dei 114 anni del Savona, 10 sono miei e della mia famiglia, quando la Pro Savona acquisirà il nome effettivo sarà a tutti gli effetti lo stesso Savona che è sempre stato in città e ha sempre rappresentato la maggior entità calcistica del comune capoluogo. Chi pensa che saranno due entità separate compie un grande errore".

Attenzione particolare anche allo stadio. Attualmente il "Bacigalupo" è in stato di abbandono e sono diventate note in tutta Italia le immagini del terreno di gioco. La società in questo momento dopo un periodo di transizione al Dagnino a Vado gioca a Legino al Ruffinengo, ma naturalmente l'obiettivo è ritornare in via Cadorna.

"Siamo senza casa e lo saremo ancora per parecchio, i referenti dell'attuale giunta sono ben informati così come lo erano gli amministratori uscenti della situazione Bacigalupo oltre all'intendimento del Savona di collaborare al massimo. Confermiamo le nostre velleità, sappiamo che per un paio di anni nella nostra vecchia casa non potremo rientrare ma vogliamo dare la massima collaborazione e facilitare il compito dell'amministrazione comunale, una bozza di progetto l'abbiamo presentata. Molto probabilmente il comune vorrà fare un discorso più ampio sul quartiere di Legino, ci farebbe piacere essere della partita" specifica Grenno.

Il neo sindaco Marco Russo infatti in campagna elettorale aveva specificato che vorrebbe dar vita alla creazione di una cittadella dello sport che va dal Campus fino al mare e che comprende, oltre allo stadio, anche le aree ex CSI. Un progetto da portare avanti insieme con il Campus per connettere proprio l'università con la città e per rilanciare lo sport savonese a livello agonistico e amatoriale.

Grenno ha affrontato anche il rapporto con il vice Simone Marinelli: dalle storie su Instagram e gli attacchi del primo finanziatore della società (neanche troppo velati) all'amministrazione di Vado, con strascichi proseguiti in Tribunale, passando poi per le dimissioni (poi ritirate) annunciate con un video sfogo. In tutto questo molti tifosi e cittadini in questi mesi si sono chiesti il perché di una mancata presa di posizione del numero uno della società biancoblu.

"Per quanto successo di 'colorito' in questi mesi, è stata per me una gestione "novità" ma nello stesso tempo quello che si è verificato è legato a chi materialmente ha comunque a cuore le sorti del Savona. Indipendentemente dai suoi sfoghi, e lui sa, non fatti in maniera ortodossa, facendo ammenda più volte, ho ritenuto che le cose dovessero essere gestite in un modo particolare e sotto traccia: ho cercato di medicare i problemi" ha detto Grenno.

Grenno ha poi puntualizzato circa la convocazione dell'assemblea dei soci, non avvenuta in fretta e furia dopo gli screzi avvenuti all'interno della dirigenza alla fine della partita di campionato a Legino contro la Vadese.

"L'assemblea dei soci era già in programma da 15 giorni, quello che è successo quella domenica dopo la partita non ha nulla a che fare né con la convocazione, né con lo svolgimento, né con quello che è venuto fuori. Io ho comunicato a tutti che per me da quel momento (dopo l'approvazione del bilancio e l'acquisizione del marchio. ndr) il mio mandato essendosi esaurito contemplava l'abbandono della carica. Marinelli comunque non è ancora presidente, ho dato mandato al segretario a breve di convocare nuovamente l'assemblea con gli adempimenti per le nuove cariche.

Non ho pensato di mettermi da parte prima, mi ero preso determinate incombenze e incarichi che fino all'altro giorno non erano stati portati a compimento: sarebbe stato una scusa comoda ma scorretta. Non ho volutamente preso posizione, alla resa dei conti sono "l'ultima parola": nel momento in cui c'è una situazione in continua evoluzione può succedere che quell'ultima parola possa non andare bene, creare ulteriori problemi e complicare il processo di sviluppo del progetto. Questo è il mio modo di vedere, che sia stato giusto o sbagliato non posso dirlo io o altri, si vedrà con il tempo".

Luciano Parodi

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