Attualità - 05 novembre 2021, 12:55

Schneider di Bragno a Semar, vertice all’Unione Industriali. I sindacati: "Cercano un sito in affitto non di proprietà, i tempi incerti ci lasciano preoccupati"

Le organizzazioni sindacali e i lavoratori non dormono sonni tranquilli, l’azienda fornitrice che subentrerà ha illustrato oggi il piano industriale

Schneider Electric sta per cedere il sito di Bragno a Cairo Montenotte alla società fornitrice Semar Srl, ma i sindacati e i 130 lavoratori non dormono sonni tranquilli e anzi sono preoccupati per il futuro della storica azienda che produce trasformatori.

Questa mattina la ditta che subentrerà, all’Unione Industriali di Savona ha illustrato, alla presenza anche dei vertici di Schneider, alle organizzazioni sindacati il piano industriale.

Lo scorso 8 ottobre i dipendenti e i sindacati erano scesi in piazza per protestare contro la cessione sfilando a passo d'uomo per il centro cittadino, passando davanti il comune di Cairo e in via Roma, fino a raggiungere piazza della Vittoria, dove erano stati ricevuti dalle istituzioni del territorio a Palazzo di Città. Una serrata di otto ore a cui avevano aderito tutti i siti a livello nazionale con due ore di sciopero per ogni turno.

"Abbiamo conosciuto l'investitore a cui Schneider Electric intende cedere il sito di Bragno - commenta Andrea Mandraccia della Fiom Cgil - La procedura per quanto riguarda la cessione del ramo di azienda non è ancora partita e in merito a ciò, abbiamo chiesto all'azienda di prendersi tutto il tempo possibile. Per noi, tale procedimento non si deve concludere prima della fine del mese di marzo. Si tratta di un tempo utile per capire se Schneider vuole togliersi dal proprio perimetro questo sito, oppure se dietro questa cessione esiste una logica industriale". 

"L'investitore che dovrebbe subentrare ha presentato un piano industriale molto generico, oggettivamente non ci aspettavamo molto di più. Sarebbe stato poco serio riempirlo ulteriormente. Ci devono essere degli sviluppi e occorre tempo per ragionare sulle singole questioni. C'è stato detto che il nuovo sito dovrebbe essere pronto per il 2023. La produzione si concentrerebbe sempre sui trasformatori, ma con un'innovazione tecnologica. Inoltre, è prevista un'elaborazione per soggetti industriali di primo piano. Ad oggi non possiamo dare un giudizio. Come sindacato abbiamo riportato l'apprensione dei lavoratori e la necessità di avere tutte le garanzie del caso. Da questo punto di vista, l'investitore ha sottolineato che non avendo un apparato marketing come quello di Schneider, ci potrà essere, una volta a regime, un saldo occupazionale positivo" conclude Mandraccia.

“Ci hanno esposto un piano industriale che loro prevedono sul territorio e sulla nuova tecnologia è molto interessante, però la spina dorsale di un’azienda che ci deve dare sicurezza è avere un sito di proprietà, oggi invece ci annunciano che loro cercano un’area in affitto. Questo è molto preoccupante, è la stessa storia di Schneider” specifica Gianni Mazziotta, Uilm.

“Schneider annuncia che per 5 anni garantirà una produttività a Semar, se dopo quegli anni finisce il contratto d’affitto però gli investimenti sono quello che sono. Gli abbiamo chiesto di rivedere questa condizione, qui ci sono le possibilità di essere incentivati a fare lavorazioni con un peso diciamo più importante. Se sono proprietario di un sito mi impegno di più a tenerlo in piedi” ha continuato Mazziotta.

“Le preoccupazioni restano, l’approccio positivo di Semar lo abbiamo rilevato, però i nodi da sciogliere sono la sede del sito produttivo e una gestione della fase di transizione, stiamo parlando di una cessione di ramo d’azienda da una multinazionale ad un fornitore, sia su un’innovazione di prodotto, di processo e una transizione da gestire, sia per le competenze nuove da integrare su un prodotto storico. Senza poi avere una time line ben precisa, i tempi incerti ci lasciano preoccupati” ha proseguito Simone Mara, Cisl.