Attualità - 02 novembre 2021, 13:53

Tamponi da 8 euro ritornano a 15, lavoratori si scagliano contro la farmacia Saettone. Loschi (Cub): “Speculazione, invitiamo a non farli lì” (FOTO e VIDEO)

La catena di farmacie savonesi aveva lanciato l’offerta fino al 31 ottobre: “La loro è una logica del monopolio che schiaccia la libera concorrenza e con questo i lavoratori hanno tutto da rimetterci”

 

Il prezzo dei tamponi ritorna a 15 euro, dopo la promozione a 8 scaduta lo scorso 31 ottobre e il Cub insieme ad alcuni lavoratori no green pass si sono scagliati intorno all’ora di pranzo, dopo un presidio in piazza Saffi davanti alla Prefettura, in via Paleocapa a Savona davanti alla farmacia Saettone.

“I lavoratori hanno avuto la sgradita sorpresa che dal primo di novembre il prezzo del tampone che da 8 euro è stato portato è passato a 15, allora siamo venuti a chiedere al titolare le motivazioni di questa scelta ma anche che questa venga ripensata - ha spiegato il referente del Cub Maurizio Loschi - ha adotto giustificazioni di tipo economico che non ci hanno convinto, è vero che fare tutti questi tamponi distribuiti su tutta la giornata può avere difficoltà, ma significa speculare sul fatto che queste persone sono obbligate a fare il tampone, per cui lo leggiamo come forma di speculazione ma anche di cartello tra le varie farmacie, una cosa che riteniamo ingiusta”.

Lo scorso 22 settembre la farmacia aveva lanciato una promozione per il pagamento del tampone a 8 euro presentandosi con la tessera sanitaria, con durata però fino a fine ottobre.

“Vedremo se nei prossimi giorni ci sarà spazio per qualche loro ripensamento, in caso contrario, l’unica alternativa è quella di invitare le persone a fare il tampone da qualsiasi parte meno che qua, pur sapendo che non è che possiamo danneggiare più di tanto proprio perché il tampone bisogna farlo e non è una farmacia sola ma sono tante in mano allo stesso gruppo, è la logica del monopolio che schiaccia la libera concorrenza e con questo i lavoratori hanno tutto da rimetterci” ha proseguito Loschi.

“Il Governo ha stabilito un prezzo massimo non uno minimo, ha detto che non potevano venderli a più di 15 euro e infatti sono stati portati a 8 - conclude l’esponente della Confederazione Unitaria di Base - il fatto che abbiano deciso di ritornare, forse su pressione di Federfarma ma anche del Governo stesso, significa che questo ricatto ha sempre meno spazio. Quello che non vogliono accettare è che c’è uno zoccolo duro che non intende assoggettarsi alla vaccinazione e per cui il ricatto diventa ogni volta più pesante, non ha più niente di sanitario ma è solo una forma coercizione da parte del Governo e ci meravigliamo che tanti non riescono a vederla”.