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Attualità | 09 ottobre 2021, 11:41

Vaccinato con Sputnik, a distanza di mesi ancora orfano di Green Pass e obbligato a sostenere costi altissimi: l’odissea di Giorgio Pesce, studente di Albenga

Nella sua situazione migliaia di studenti e lavoratori in tutta Italia che attendono con urgenza una soluzione per poter condurre una vita normale, che permetta loro di studiare e lavorare

Vaccinato con Sputnik, a distanza di mesi ancora orfano di Green Pass e obbligato a sostenere costi altissimi: l’odissea di Giorgio Pesce, studente di Albenga

Sono passati quasi 2 mesi ma continua l’odissea di Giorgio Pesce e di migliaia di persone che come lui sono state vaccinate con Sputnik, composto a doppio vettore virale sviluppato in Russia e non riconosciuto dall’Agenzia Europea per il farmaco, che in Italia non dà loro diritto al Green Pass, ormai necessario anche per poter lavorare.

Nello specifico, Giorgio è un giovane di Albenga che studia all’università a Venezia a cui è stato inoculato Sputnik nel corso della sua permanenza per motivi di studio in Bielorussia. Malgrado sia regolarmente vaccinato, lui come tanti altri, è rimasto tagliato fuori dalla vita sociale già dal 6 agosto scorso ed è costretto a fare continui tamponi con costi altissimi da sostenere ogni 2 giorni.

Lo scorso agosto in un video inviato a Savonanews il giovane lanciò un appello affinché lo Stato desse risposte tempestive alle migliaia di persone vaccinate con Sputnik (leggi QUI), benchè immunizzati. Passati alcuni mesi però la situazione non è ancora cambiata, malgrado i tanti tentativi di risolvere.

“Non posso e non voglio sovrapporre un altro vaccino, perché sembra che al momento non ci sia letteratura scientifica che assicuri l’assenza di rischi per la mia salute. Uno Stato che si propone di preservare la salute dei suoi cittadini deve dare risposte, non può lasciarci nel limbo. Sono vaccinato e voglio avere una vita come tutti gli altri” spiega con rammarico lo studente ingauno. 

“Sto impiegando molto del mio tempo per risolvere, ma senza risultato. A un certo punto mi è stato detto di provare a farmi prescrivere un’esenzione dal mio medico curante, che si è rifiutato di concedermi, stando nel pieno delle sue facoltà. Insomma che dopo mesi, mi ritrovo ancora orfano di Green Pass e obbligato a sostenere spese notevoli per poter andare avanti negli studi e nella vita. Penso che questo sia inaccettabile”, conclude Giorgio.

Dal 15 ottobre scatta l’obbligo di vaccinazione anche per poter lavorare e una folta platea di lavoratori e lavoratrici provenienti dall’Est Europa e vaccinati con Sputnik, prevalentemente impegnati nell’assistenza agli anziani, ma anche nel settore turistico, restano nel limbo con forte preoccupazione. A pochissimi giorni da tale data, il direttore della prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza ha affermato che ci sono due ipotesi al vaglio: effettuare una dose addizionale oppure riconosce tout cout i cicli vaccinali effettuati all’estero con il composto in questione. 

L’auspicio è quindi di una decisione urgente: una soluzione condivisa, un protocollo d’intesa che permetta ai vaccinati con Sputnik di uscire da questo incubo e poter godere dei propri diritti, tornando alla vita normale.

Maria Gramaglia

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