Con la pandemia, più di un italiano su due (55%) ha diminuito o annullato gli sprechi alimentari adottando nell’ultimo anno strategie che vanno dalla riscoperta in cucina degli avanzi al ritorno ai fornelli fino ad una maggiore attenzione alla scelte di acquisto nella spesa quotidiana. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Onu diffusa in occasione del G20 di Firenze in Piazza Santa Croce con i trucchi dei tutor della spesa per ridurre il cibo buttato a tavola.
La pandemia ha impresso, infatti, una vera e propria svolta green nei comportamenti degli italiani a tavola, spinta dal fatto che le misure anti contagio hanno portato la gente a stare di più a casa con il recupero di riti domestici come il cucinare.
“Il risultato di questo cambio di abitudini – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa - è anche un più efficiente utilizzo del cibo, che si traduce in una maggiore attenzione agli sprechi, con il ritorno dei piatti del giorno dopo. I nostri cuochi contadini di Campagna Amica aiutano a creare nuove ricette e a mantenere la tradizione del riusare gli ingredienti con un pizzico di creatività, per non buttare via nulla. In Liguria un piatto nato come antispreco e diventato poi simbolo del territorio è la cima alla genovese, ma non vanno dimenticati il piccatiglio, un antichissimo piatto dell’entroterra a base di carne e le tomaxelle, specialità povera che consiste in involtini di carne cotti nel tocco alla genovese”.
“Piccoli accorgimenti possono inoltre permettere di fare la differenza - spiegano - ad esempio fare la lista della spesa, leggere attentamente la scadenza sulle etichette, verificare quotidianamente il frigorifero dove i cibi vanno correttamente posizionati, effettuare acquisti ridotti e ripetuti nel tempo, privilegiare confezioni adeguate, scegliere frutta e verdura con il giusto grado di maturazione e preferire la spesa a km 0 e di stagione presso i mercati di Campagna Amica Liguria possono dare una risposta concreta al problema”.
“Il risparmio del cibo non è solo un problema etico, ma determina anche effetti sul piano economico ed ambientale per l’impatto negativo sul dispendio energetico e sullo smaltimento dei rifiuti”, concludono Boeri e Rivarossa.