La natura è la protagonista indiscussa del fine settimana finalese. Dopo il primo ritrovamento di lunedì, che ha dato il "la" alle ricerche, anche nella giornata di ieri, sabato 11 settembre, un esemplare giovanissimo di tartaruga "Caretta caretta" ha fatto capolino sulle sabbie delle spiagge di Capo San Donato.
Non certo un evento inatteso, almeno non per gli esperti i quali, conoscendo le abitudini di questi rettili, avevano tenuto alta l'attenzione presidiando la zona da quasi una settimana: la "Caretta caretta" è solita infatti deporre in nidi celati sotto la sabbia circa un centinaio di uova, per le quali il tempo di schiusa dalla deposizione è di circa 60 giorni.
E così, dopo il primo rinvenimento di lunedì scorso (in particolare dal signor Bruno Balestra che ha pure ripreso la bestiola), ieri nella tarda mattinata alcuni attenti bagnanti hanno notato qualcosa di insolito tra sabbia e sassi. A quel punto si sono rivolti al personale della Finale Ambiente dedito al controllo e alla gestione degli accessi nei litorali liberi che a sua volta ha allertato le autorità competenti.
Così sul posto si sono precipitati i tecnici di Arpal e i colleghi toscani di Arpat (i quali possiedono l'autorizzazione ministeriale per trattare questo tipo di animali), gli esperti di Istituito Zooprofilattico Sperimentale area Nord Ovest, Menkab, Salto nel Blu, WWF, Cea Finale Natura, Museo di Storia Naturale di Pisa, Acquario di Livorno (membri di una rete di istituti che si occupa di questo tipo di rettili) e dell'associazione "Menkab, il respiro del mare", oltre al personale della Capitaneria di Porto e della Polizia locale per gestire l'ordine, in particolare nella mattinata di oggi quando la spiaggia è stata chiusa fino alle 10 per permettere le ricerche, alle quali si sono unite anche due esperte provenienti dalla Francia, in tranquillità.
A coordinare la gestione dell'animaletto è stato fin da subito, giusto il tempo di raggiungere la riviera di Ponente, il personale dell'Acquario di Genova col veterinario Matteo Sommer in prima linea già da lunedì. In un primo tempo si è provato a liberare l'esemplare in mare, ma le sue forze erano allo stremo e così è stato preso pienamente in carico dai biologi della struttura genovese che hanno provveduto a un ricovero e una vera e propria "cura ricostituente": era infatti in sottopeso di circa 6 grammi per l'età stimata (un paio di giorni o poco più).
Un esemplare comunque fortunato: ne è stato rinvenuto, nei giorni scorsi, un terzo già deceduto e disidratato.
Il passo successivo è stato poi quello di proseguire e approfondire la ricerca del nido: nella nottata è stata "lisciata" la spiaggia libera per rintracciare poi eventuali impronte e nella mattinata con dei bastoni si è sondato il terreno per rinvenire eventuali depressioni e individuare la camera all'interno della quale erano contenute le uova.
L'evento ha una portata storica, ma è anche un campanello d'allarme per il nostro pianeta e i suoi ecosistemi: "Si tratta del nido più a nord nell'area tirrenica- ligure. Questi animali cercano la giusta combinazione di fattori come umidità e temperatura, ad esempio, per trovare il giusto ambiente dove depositare le loro uova - spiegano dall'associazione Menkab, tra i più attivi nelle ricerche - e si stanno man mano spostando sempre più verso nord. E' un segno tangibile del surriscaldamento globale".
"Diciamo che Finale si dimostra luogo unico - ha commentato il sindaco Ugo Frascherelli - La convivenza tra Caretta caretta e stabilimenti balneari non può essere solo fortuita". E su questo si è soffermato anche Daniele Saffirio, titolare dei bagni San Donato, che con una battuta ha aggiunto: "La tartaruga ha riconosciuto la cura e l'attenzione nella gestione del nostro stabilimento".
Quella stessa attenzione che ora si chiede ai fruitori della spiaggia: alla prima traccia sospetta è infatti consigliabile porre molta attenzione e segnalare.