La necessità di nuovi spazi dovuta alla pandemia e la realtà dei numeri che però non consente di mantenere attive classi per un numero minimo insufficiente di alunni.
E' questo il paradosso nel quale, si potrebbe tranquillamente dire alla vigilia dell'inizio dell'anno scolastico, si trovano diversi alunni istituti (ne avevamo parlato QUI affrontando l'argomento a Finale). A denunciare una situazione simile sono i rappresentanti di classe e la componente genitori del Consiglio di Istituto dell'Istituto Comprensivo di Sassello, in una lettera inviata alle amministrazioni del territorio e all'istituzione scolastica stessa.
"La nostra scuola ha perso una grande occasione: quella derivante dalla pandemia , dalle nuove esigenze che la stessa ha creato e dalle risorse che a seguito della pandemia sono state messe in campo - affermano i genitori - Ancora una volta, nonostante da ogni parte si senta parlare di aule che devono essere ridisegnate a prova di pandemia e quindi che debbono assicurare il distanziamento, le nostre scuole, ideali per questo tipo di problematiche, per gli spazi che garantiscono all’aperto ed al chiuso, subiscono la ferrea logica dei numeri: 'siete pochi e quindi vi riuniamo con delle belle pluriclassi'".
"Orbene, non vogliamo discutere sulla qualità della didattica in pluriclasse, ma vi sembra possibile che le scuole dell’entroterra, qualunque cosa succeda, anche quella teoricamente a loro più favorevole, siano sempre penalizzate?" si domandano i firmatari.
"Noi tutti, amministratori comunali, dirigenti scolastici, insegnanti, genitori, alunni non siamo stati capaci di proporre un modello di scuola differente, che rifuggisse dalla ferrea logica dei numeri, ma che mirasse ad una diversa qualità del servizio, della vita e del rapporto tra studente e territorio - accusano - E questo è gravissimo".
Non puntano però alcun dito in particolare i rappresentanti dei genitori: "La responsabilità è di tutti - sottolineano - perché tutti hanno preferito la miope logica del piccolo problema personale ad un disegno molto più ambizioso che avrebbe visto tutte le scuole dell’entroterra unite per lavorare su un progetto che potesse valorizzare il nostro territorio ponendo la scuola al centro della vita sociale, culturale, formativa e sportiva a formarne parte integrante di tutta la nostra realtà a differenza delle scuole di città, che non subiscono falcidie ma che sono così lontane dal territorio dove sono collocate".
Ciò a cui miravano i nel loro pensiero era un coinvolgimento comprensoriale tra i plessi di Sassello, Urbe, Stella, Mioglia e Pontinvrea: "Si basti pensare - aggiungono - che invece che formare da parte di tutti i comuni sedi delle nostre scuole, un’unica voce ed un unico progetto, abbiamo assistito ad una ignobile 'campagna acquisti di studenti' allo scopo di sottrarre ragazzi da una scuola di pochi a favore di un’altra scuola di pochi… e questo a vantaggio di chi?"
"Abbiamo perso una classe nelle medie e due nelle elementari; se non avverrà un’improbabile inversione di tendenza, tra qualche anno perderemo altre classi, poi qualche edificio scolastico chiuderà e poi la nostra scuola perderà l’autonomia. E tutto ciò in un periodo in cui l’unica cosa che non manca sono le risorse economiche" continuano.
"Purtroppo la visione miope della realtà, la mancanza di progetti e di idee, il vero disinteresse verso la scuola ed i ragazzi (pensate che meraviglia sarebbe un campus nelle nostre scuole dove la scuola potesse fare da traino anche per tutte le attività sportive che il territorio organizza solo con il contributo di qualche volontario e senza nessun aiuto pubblico) hanno portato a perdere classi ad avere una terza media in pluriclasse (cosa sarà della didattica?) due classi in meno alla primaria e una totale disgregazione tra la scuola, i comuni dove sono collocati gli edifici e la società" è il triste conteggio elencato nella lettera.
"Poi un giorno quando le scuole chiuderanno, dovremo chiudere anche i paesi e l’entroterra cesserà la sua vita non solo sociale ma anche culturale ed economica" dicono ancora amaramente, prima di concludere col lancio di una protesta simbolica: "Per questa ragione riteniamo opportuno che tutte le classi almeno del plesso di Sassello, Mioglia Urbe e Pontinvrea ritardino di 15 minuti l’ingresso a scuola il primo giorno (il 15.9) per dimostrare la volontà di mantenere ma soprattutto rivitalizzare la scuola dell’entroterra. E’ un gesto simbolico ma assai importante".