Il Consiglio dei Delegati della Compagnia Unica Lavoratori Portuali "Pippo Rebagliati" di Savona esprimere solidarietà ai lavoratori dipendenti di Funivie SPA: "L'impianto della teleferica realizzato nel 1912 per consentire il trasporto di carbone verso l'area industriale di San Giuseppe di Cairo Montenotte, rappresenta il metodo più veloce e green per il trasporto delle rinfuse nere in uscita dal porto".
"Nonostante l'investimento di 40 milioni di euro, stanziati nel 2011 dal Governo per realizzare il progetto del tunnel sottomarino che collega il Terminal Carbone (TAFS) all'impianto teleferico, dal 2019 la linea è interrotta rendendo di fatto gli investimenti passati uno spreco di soldi pubblici".
"Infatti da 2 anni tutto il carbone in uscita dal porto viene smaltito con centinaia di camion che attraversando le strade cittadine si dirigono verso il "Cadibona" alterando i livelli di traffico, di inquinamento e di sicurezza stradale. Una soluzione, quella del trasporto su camion, che ha permesso a Italiana Coke, proprietaria della cokeria di Cairo Montenotte, di Funivie SPA e azionista di maggioranza del Terminal Portuale TAFS, ingenti risparmi sul trasporto del carbone mentre ai Lavoratori è "toccata" la cassa integrazione".
"I rallentamenti nelle operazioni di scarico nave, le difficoltà operative per sopperire alle nuove procedure di ricarico camion e la volontà dell'AdSP del Mar Ligure Occidentale per un porto a basso impatto ambientale dovrebbero essere, anch'essi, elementi determinanti nelle decisioni sul futuro dell'impianto e dei Lavoratori. Il millantato avvio dell'iter per il licenziamento di tutti e 70 i dipendenti di Funivie SPA non fa onore a nessuno e crea un attrito sociale sul territorio al quale non possiamo essere insensibili".
"Pertanto, in prima battuta, sollecitiamo la risoluzione della vertenza con l'utilizzo del buonsenso a tutela di salute, sicurezza e occupazione - concludono - Infine, non per importanza, rinnoviamo il nostro pensiero a tutti i lavoratori, e alle loro famiglie, che giorno dopo giorno vedono inesorabilmente un futuro economico-occupazionale sempre più difficile e incerto".