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Attualità | 30 agosto 2021, 12:09

Green pass sui trasporti, è caos su chi dovrà controllare. I sindacati: "Il governo non scarichi la responsabilità sui lavoratori"

Lo denunciano i sindacati che unitariamente chiedono al governo un'assunzione di responsabilità, prima di tutto per quanto riguarda una decisione sull'obbligo vaccinale

Green pass sui trasporti, è caos su chi dovrà controllare. I sindacati: "Il governo non scarichi la responsabilità sui lavoratori"

A meno di 48 ore dall'entrata in vigore dell'obbligo di green pass sui trasporti, è caos prima di tutto tra i lavoratori che dovranno controllare che i passeggeri siano muniti della carta verde. Lo denunciano i sindacati che unitariamente chiedono al governo un'assunzione di responsabilità, prima di tutto per quanto riguarda una decisione sull'obbligo vaccinale, senza scaricare sui dipendenti delle aziende dei trasporti l'onere di controllare ed esporsi così ad aggressioni da parte dei passeggeri, che negli ultimi due anni sono aumentate in maniera significativa, come spesso denunciato in varie occasioni, una delle ultime lo scorso 13 agosto, quando un controllare di un bus di linea nel savonese è stato aggredito brutalmente, riportando la frattura del setto nasale, per aver chiesto a un passeggero di indossare la mascherina.

L'obbligo di green pass da mercoledì riguarderà treni, aerei, navi e bus a lunga percorrenza, ma all'interno del governo si discute già sulla possibilità di estenderlo al trasporto pubblico locale. "Il controllo a ogni fermata creerebbe ritardi di diversi minuti a fermata, e in una città come Genova non sarebbe accettabile", osserva Mauro Scognamillo, segretario generale di Fit Cisl Liguria, che a La Voce di Genova spiega: "Noi siamo per la libertà di espressione, ma suggeriamo a tutti di fare il vaccino, per la salvaguardia della salute pubblica. La soluzione ideale sarebbe però che il governo prendesse una decisione sull'obbligo vaccinale. Senza una norma in merito, io non posso pensare di obbligare gli autisti, alcuni dei quali magari non sono vaccinati, a verificare che i passeggeri abbiano il green pass, prima di salire sui mezzi".

Il timore che la decisione del governo sia quella di scaricare le responsabilità sui lavoratori, è condiviso anche da Giuseppe Gulli, segretario organizzativo di Uil Trasporti Liguria: "Attorno al tema green pass c'è una gran confusione che sarebbe aggravata se si estendesse al trasporto pubblico locale. - spiega il sindacalista a La Voce di Genova - Oggi i controllori si occupano di verificare che i passeggeri abbiano il biglietto. Nei controlli c'è una pianificazione con l'azienda, perché che su una determinata linea e a una determinata fascia oraria, possano esserci i cosiddetti 'portoghesi', ma se il controllo viene esteso al green pass, quale criterio si utilizza? Oltretutto il personale è insufficiente e i problemi economici delle aziende di trasporto sono importanti, per cui bisognerebbe capire se il governo darà e in che modo un sostegno economico adeguato".

Ad auspicare nuove assunzioni è anche Enrico Poggi, segretario generale Filt Cgil: "La questione ci lascia senza dubbio perplessi. - commenta a La Voce di Genova - Bisognerebbe dare la possibilità alle aziende di assumere nuove figure che possano controllare il green pass, su cui sono nati da subito problemi, come quelli che si sono verificati in alcune mense, che hanno generato quelle che a nostro avviso possono essere definite discriminazioni".

Anche Gulli e Scognamillo condividono il timore di discriminazione all'interno delle mense. "Si tratta di persone che lavorano fianco a fianco per otto ore, che però non possono mangiare con i colleghi", commenta Scognamiglio. "Significativo pensare che si parla di obbligo, e che venga applicato alle mense, mentre gli hotel ne sono dispensati", conclude Gulli.

Francesco Li Noce

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