"Ho letto con stupore le dichiarazioni del Generale Figliulo che in poche parole ha ammesso che la campagna vaccinale per gli over 50 non sta portando i risultati desiderati e quindi si punterà alla fascia dei giovanissimi tra i 12 e i 18 anni per arrivare a toccare la copertura vaccinale dell’80% come da obiettivi prefissati".
Così l'ex consigliere regionale del Movimento 5 Stelle e presidente della Commissione di Inchiesta Covid X Legislatura Andrea Melis è intervenuto sul tema della campagna vaccinale.
"Mi permetto di osservare che la strategia sempre dichiarata era quella di vaccinare in primis le fasce più a rischio, tra cui certamente gli over 50 e oltre, diversamente come ampiamente noto sui giovani nei fatti non si hanno riscontri di problemi e pertanto la scelta attuale di promuovere la vaccinazione sui giovanissimi mi sembra del tutto priva di un risvolto sanitario - prosegue Melis - Priva cioè di un principio di precauzione e valutazione rischi – benefici laddove invece è statisticamente dimostrato che la fascia a rischio è di età ben più elevata. In sostanza il Generale pare perseguire un obiettivo prettamente quantitativo e non qualitativo pregiudicando in realtà il vero obiettivo, ridurre i casi gravi con le conseguenze dirette sulla salute delle persone ed indirette di sovraccarico dei sistemi ospedalieri".
"Non posso che condividere, poche volte mi è capitato nel corso della mia esperienza in consiglio regionale, le parole del Presidente Toti cui mi associo pienamente: serve l’obbligo vaccinale per la fascia over 50, quella più a rischio. Io però aggiungo e rilancio a Toti di valutare, compatibilmente con le linee guida nazionale, che la fascia 12-18 non sia ricompresa nel calendario vaccinale della regione Liguria - conclude l'ex consigliere regionale pentastellato - A questi ragazzi è stato chiesto molto, sono stati tacciati di essere untori ma visti ormai i dati pare evidente che non ci sia alcuna categoria anagrafica più o meno untore. E’ il caso di uscire da questa narrazione. Contestualmente mi rivolgo al Sottosegretario Andrea Costa, che ho avuto il piacere di conoscere e collaborare seppure da posizione avverse, di rivedere a livello nazionale le priorità della campagna vaccinale, il rischio è un grande flop non tanto per i numeri ma quanto per la riduzione dell’impatto sul fronte sanitario".